“Il portone della chiesa si spalanca. Le note della marcia nuziale raggiungono Franca e la avvolgono in un turbine che sembra risucchiarla dall’interno”.

Queste le prime parole del secondo volume de I leoni di Sicilia della scrittrice Stefania Auci presentato sabato 16 maggio in occasione del Salone del Libro di Torino, che quest’anno diventa extra e si reinventa in digitale. 

Pagine dell’opera che molti stanno aspettando, ma cui lei sta ancora lavorando: un’anteprima assoluta, quindi, il primo capitolo del suo nuovo romanzo, sequel della saga dei Florio, già presentata l’anno scorso proprio al Lingotto. Un libro in cui personaggi complessi diventano comprensibili, si avvicinano al pubblico accogliendolo tra le pagine: non è un caso che il capolavoro della Auci sia ancora, ad un anno dalla pubblicazione, ai primi posti delle classifiche.

La Auci propone un romanzo avvincente che ha un po’ il sapore delle saghe storiche e di grandi classici come Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e crea una tensione narrativa che non svanisce fino all’ultima riga.     

 

“I fatti storici che riguardano i Florio sono pienamente conoscibili e descritti da decine di libri e su questi eventi ho incardinato la trama”, scrive l’autrice nei Ringraziamenti del primo romanzo: l’intreccio delle vicende storiche con la vita privata della famiglia viene integrato, laddove non arriva la conoscenza, con l’immaginazione. Questa è la sua storia, scritta così come se l’è immaginata, in grado di trasportare il lettore in un mondo affascinante al di fuori del tempo, la storia di una “famiglia fuori dal comune che, nel bene e nel male, ha segnato un’epoca”.

 

Sara Bonora, Lucia Di Foggia, Liceo Ariosto, Ferrara