Ieri, 17 settembre 2016, alle ore 18:00 al teatro Verdi di Pordenone ha avuto luogo un incontro con Javier Cercas durante il quale gli è stato conferito il premio “La storia in un romanzo”.
L’autore è stato premiato con il “tallero di Maria Teresa”, un modo per dimostrare che la sua fama va oltre i confini razionali.
Durante quest’ora è stato nominato più volte Don Chisciotte. Nel romanzo di Javier Cercas, infatti, si possono trovare delle affinità con il primo romanzo della storia. L’autore afferma che il suo è un raccontare vero, ma alla fine si scopre che tutto è una fiction; suggerisce, inoltre, di non credere a tutto quello che si dice, anche se ammette che la finzione pura non esiste: ci sarà sempre un po’ di verità. Nei romanzi possiamo mentire anche se non saranno mai bugie pure, saranno invece una mescolanza tra finzione e realtà.
Il Don Chisciotte ha avuto grande spazio ironico. Si è potuto sperimentare molto nei primi romanzi
mentre al giorno d’oggi si rischia di non poter recuperare la libertà a causa dei canoni già stabiliti.
Ad un certo punto dell’incontro Javier Cercas afferma che la differenza tra un politico e un romanziere è che il primo dovrebbe trovare la soluzione in meno tempo possibile, mentre il secondo prende un problema e lo rende ancora più complesso.
Ad un certo punto dell’incontro si parla perfino di Hitler e dei campi di concentramento. Per Cercas non bisogna capire perché comprendere
significa giustificare.
Rispondendo ad una domanda del pubblico, l’autore ci confessa che non ha amato molto “I Promessi Sposi” di Manzoni e nemmeno ” Il Gattopardo” di Tomasi. Recentemente ha riletto quest’ultimo e afferma di averlo trovato straordinario. Per Cercas, infatti, “i libri hanno il loro tempo”.
Jessica Santarossa e Vittoria Hary
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