Durante i tre incontri del progetto Adotta uno scrittore, Andrea Pomella ci ha parlato di sé e del suo libro Anni luce. La prima frase che ci ha detto, dopo essersi presentato, è stata: “Viviamo in un mondo in cui, ormai, le parole sono tutto. Viviamo con uno smartphone in mano, ci mandiamo tantissimi messaggi e mai come adesso le parole sono così utilizzate”. Quella frase mi ha fatto riflettere, non solo in quel momento, ma anche dopo perché mi ha fatto capire quanto siano importanti le parole al giorno d’oggi. Le parole hanno, infatti, una gran forza e non bisognerebbe mai abusarne perché potrebbero essere peggio di un pugno. Andrea ci ha parlato di come è nata l’idea per questo libro, ci ha raccontato la sua storia, principalmente la sua infanzia dopo che suo padre se ne andò di casa. Ci ha parlato della musica di quando era un ventenne, spiegandoci che in quel periodo era molto diversa da ora perché gli artisti puntavano a trasmettere un messaggio pieno di rabbia e desiderio di ribellione. Ci ha detto che la musica ha cambiato tutto nella sua vita ed è stata una delle cose più importanti della sua giovinezza perché quei testi, scritti e cantati con rabbia lo rappresentavano moltissimo. E così Andrea ci ha parlato anche dei Pearl Jam, di Ten, Vs. e Vitalogy i tre dischi che sono stati la sua giovinezza e che gli hanno dato un volto perché lui in quella musica e in quelle parole si rispecchiava. Ci ha detto che una canzone in particolare gli piaceva, si chiama Jeremy. Le note e le parole di questa canzone sono così cariche di rabbia che hanno colpito anche me.
Le lezioni che abbiamo avuto con Andrea Pomella sono state davvero interessanti e a me, come penso a tutta la classe, sono piaciute davvero tanto.
Martina Bausano
2° B
Leggi anche il resoconto dello scrittore adottato Andrea Pomella
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