E’ stato presentato al Museo dell’automobile di Torino (Corso Unità d’Italia, 40), in data 10 maggio, il libro “Ignazio Giunti. Un pilota, un’epoca” scritto da Vittorio Tusini Cottafavi (nipote dello stesso Giunti) che racconta la vita e le vicende dello zio, pilota negli anni ’60-’70.
Assieme allo scrittore hanno preso parte alla conferenza l’ex pilota Lamberto Vallarino Gancia ed il direttore di Rubbettino, casa editrice del libro.
Quest’ultimo ci tiene a precisare che lo scopo della sua casa editrice è quello di cercare storie interessanti come quella sulla vita di Giunti, caratterizzata dal bell’ approccio che egli assumeva con tutti e tutto -insomma, una storia da emulare per i suoi valori- come definisce lo stesso direttore.

Dopodiché la parola passa all’autore Cottafavi che narra del trascorso dello zio a partire dalla sua infanzia, quando era un bambino “che ne combinava di tutti i colori”, passando per l’adolescenza molto vivace, e concludendo con il triste incidente che ha visto lo stesso Giunti perdere la vita.
Ma è proprio su episodi adolescenziali in cui Cottafavi si sofferma: egli definisce lo zio uno “scavezzacollo” per via della sua simpatia (grazie alla quale ha avuto successo con le ragazze) e del suo essere “fumantino”. Racconta, infatti, di alcune gare improvvisate con gli amici, tra vittorie e sconfitte (alle quali Giunti rispondeva con la richiesta di una rivincita).
Dalle gare improvvisate, Ignazio Giunti passa a quelle vere e proprie (sia su circuito che rally) facendo parte di case automobilistiche come Alfa Romeo e Ferrari, fino ad arrivare alla tragica morte. Su questo punto l’autore vuole precisare: al contrario delle gare automobilistiche di oggi, più razionali e meglio regolate, quelle degli anni ’60 sono caratterizzate da un’epicità data dal rischio di perdere la vita (anche a causa della velocità delle auto che raggiungevano 400 km/h).

A parte questo, il libro è davvero speciale: infatti esso spiega la società ed i costumi di allora, con la particolarità di avere un uomo come protagonista (nonostante sia un racconto di auto) ed alimentato dal ricordo di altri piloti.

 

Samuel Kapllanaj, Vanessa Conterno e Leonardo Perdomo, Liceo Scientifico A. Volta