“Neruda è morto, Sepulveda ha la febbre e neanche io sto tanto bene”; con questa frase esordisce, citando Woody Allen, Bruno Arpaia, direttore artistico di Dedica, appena prima dell’inizio della rappresentazione teatrale “Il funerale di Neruda”. Passa poi la parola a Renzo Sicco, direttore della compagnia Assemblea Teatro, che racconta di come è nato lo spettacolo. Durante uno dei suoi tanti viaggi, egli ebbe l’occasione di visitare villa Grimaldi, uno dei principali centri di detenzione utilizzati dalla polizia segreta cilena sotto la dittatura di Pinochet, e dove i familiari dei prigionieri defunti gli espressero il loro desiderio di mettere in scena un’opera che commemorasse la memoria dei loro cari. Nacque così l’idea di scrivere con Luis Sepulveda la rappresentazione teatrale “Il funerale di Neruda”. Lo spettacolo racconta, attraverso la narrazione molto emozionante della moglie e di alcuni amici, la storia degli ultimi, drammatici giorni di vita e del funerale di Pablo Neruda, poeta e politico cileno. Sul palco della sala principale dell’ex Convento di S. Francesco a Pordenone salgono Giovanni Boni, Roberta Fornier, Silvia Nati, Marco Pejrolo e Sonia Belforte che, con l’aiuto di suggestivi filmati di repertorio e grande passione, ci raccontano di come l’ascesa al potere del dittatore Pinochet abbia creato i disordini politici e sociali che cambiarono la vita del protagonista e di tutti i cittadini e, soprattutto, di come centinaia di questi siano scesi in strada, nonostante il rischio di venire arrestati, per dare un ultimo saluto al poeta al momento del suo funerale. La rappresentazione teatrale, il cui testo è stato scritto nel 2003, è diventata incredibilmente celebre ed è stata ospitata da teatri di tutto il mondo fino al 2013, quando, a Torino, è stata messa in scena per l’ultima volta. Solo in occasione di Dedica, e su richiesta dello stesso Luis Sepulveda, la compagnia ha riproposto lo spettacolo, che è stato accolto con grande piacere ed emozione dal pubblico del festival pordenonese.
Alberto Agnolin, Giovanna Buzzo, Chiara Cozzarini e Giuseppe Riva
Liceo scientifico “M.Grigoletti” Pordenone
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