Salone del Libro 2015 apre oggi, 14 maggio, e noi ci ritroviamo catapultate nel futuro di “Book to the Future”.
Protagonisti del viaggio nel tempo sono tre grandi appassionati di tecnologia, Salvatore Aranzulla (in collegamento via webcam da Milano, famosissimo per il suo sito detentore di record di visualizzazioni), Ennio Martignano (che analizza il digitale dal punto di vista di uno psicologo) e Vittorio Pasteris (direttore del giornale Quotidiano Piemontese).
L’incontro si svolge come una lezione di alfabetizzazione all’utilizzo del digitale, in particolare l’ebook.
Tutto inizia da un dato di fatto: leggiamo libri su un oggetto dedicato come un reader, un tablet o uno smartphone.
Ennio apre il dibattito: “Sei più innamorato del tuo giocattolo o di quello che devi farci?”.
Il punto è proprio questo: l’importante è il contenuto, non il mezzo con il quale si legge, che sia un libro cartaceo o un qualsiasi device digitale.
Oggi il mercato si basa sulla moda del momento, per cui ci ritroviamo a scaricare l’iBook, la libreria digitale di Apple, solo perché abbiamo in mano l’iPhone appena comprato, che sicuramente sarà più comodo e maneggevole, forse anche più ordinato, ma non ha niente a che fare con la storia che leggiamo.
Book to the Future si basa sull’esperienza avuta al Salone 2014, ma quest’anno è evidente, anche dalle domande ricevute da Salvatore sul suo sito, che il mondo degli ebook sta diventando sempre più conosciuto e oggetto di interesse.
L’ebook reader è un device che ricalca l’idea di un libro vero e proprio, con caratteri e grafica che ricordano fortemente il “nero su bianco” e prende le distanze dai tablet, deridendoli scherzosamente, dimostrando come non sia possibile leggere una bella storia sulla sdraio sotto al sole con un tablet per fattori relativi alla sua inesistente retroilluminazione.
I nostri esperti si confrontano sulla questione: Vittorio chiede se effettivamente queste differenze costituiscano una variante importante.
Il primo a rispondere è Ennio: – I lettori non sono tutti uguali: molti leggono narrativa e non tengono conto di poter vedere le immagini, così comprano un ebook – spiega, aggiunge: – In Cina hanno provato a realizzare un prodotto che avesse una batteria di durata maggiore e uno schermo bilaterale che mettesse insieme il concetto dell’ebook, a immagine e somiglianza del cartaceo, e quello del tablet, da cui visualizzare le immagini. La maggiore richiesta di ebook è favorita dall’ecosistema dei libri: scaricare un ebook è decisamente più conveniente che comprare un libro, assumendo quindi il ruolo di un gadget sottocosto che fa guadagnare l’azienda che lo produce perché i clienti compreranno sempre e per forza solo da loro.
Salvatore, grande utilizzatore dell’ebook reader di Amazon, il Kindle, sostiene, invece, che tutto dipenda da quale tipo di libro si voglia leggere: l’ebook può essere un limite per quanto riguarda le immagini, è vero, ma dal momento che ci si registra su un account, si può scaricare l’app su tutti i propri device, superando il gap con i tablet e mantenendosi sempre collegati alla propria libreria.
Il dibattito prende una piega differente, così, grazie ad uno spunto datomi dagli esperti, si entra nel vivo di quella che è una questione di cui si parla da anni: l’epica battaglia tra sostenitori di iOS e di Android.
E allora chiedo: – Qual è il dispositivo migliore, un iPhone o uno dei tanti device di Android?
Salvatore risponde che, sostanzialmente, si tratta di quale dispositivo si è abituati ad utilizzare. Le funzionalità sono tutte uguali, uno copia l’altro, la scelta è data dall’abitudine. Dopo aver usato per anni entrambi, si sente di rispondere in questo modo, anche se ora lavora con l’iPhone.
“Ma allora, se sono uguali, perché lei ha cambiato?” lo incalzo.
Ho usato per tantissimo tempo Android, in particolare il Galaxy S5, la cui qualità è nettamente diminuita e poi ho provato l’iPhone 6 e mi ci sto trovando molto bene. Il discorso riguarda il momento in cui mi sono ritrovato a decidere quale nuovo telefono comprare ed ero deluso dall’S5. Uso il telefono per lavorare, e ho trovato una diminuzione qualitativa dei materiali utilizzati e la ricerca fatta prima di pubblicare il prodotto.
Ennio dice: – Io sono un sostenitore di Apple, e la cura dell’interfaccia persona che c’è in Apple non si trova da nessun’altra parte. Diverso è per l’Htc in ambiente Andorid, ma il rapporto qualità prezzo non funziona. Quando tocchi qualcosa con un prodotto apple hai un’estrema precisione, riguardo ai movimenti involontari, che invece negli Android non vengono distinti da quelli volontari. Questo tipo di prodotto costa molto, differentemente dalla componentistica che è quella che dà meno problemi e impressiona i venditori. Vorrei aggiungere un’altra cosa interessante: siamo interessati al tipo di device da utilizzare, ma quando Apple ha introdotto iBook voleva superare il format del libro, quindi, finché si tratta di un libro non mi cambia un granché averlo cartaceo o meno. Da Ted Nelson in poi si è detto “superiamo qursta idea”: noi siamo cresciuti digitalmente con l’idea dell’ipertesto e il reader ci ha riportati indietro. Apple voleva fare libri con la sua piattaforma, non per venderla, ma per promuovere un libro con maggiore interattività, mentre ora sta venendo fuori solo un discorso di mercato: “compra su Amazon perché costa di meno”. Il libro preparato da Amazon, però, non ha nulla a che fare con il libro che prepara Apple. Non importa niente a nessuno, tranne che nell’ambiente scolastico, ambito nel quale si aprono numerosi dibattiti.
Se, infatti, il mercato dell’ebook fosse proiettato nell’ambito scolastico, ne trarrebbero un fortissimo giovamento non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti ma, nonostante i tentativi di Apple di incentivare questo progetto, hanno fallito miseramente, poiché si tratta del delicatissimo discorso di chi forma i giovani.
Si chiude così l’incontro con gli esperti/appassionati di tecnologia, lasciandoci ancora con un dubbio irrisolto: che piega prenderà la lettura da qui a qualche anno?
Redazione Alfieri: Francesca Romualdi, Anna Rudino
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