Presenza costante del Salone, la grande Dacia Maraini apre la diretta ricordando con nostalgia le scorse edizioni ed esprimendo tutta la sua solitudine e la tristezza per la mancanza del pubblico. La sua è una lunga riflessione sull’importanza della lettura: per lei leggere vuol dire riscrivere un libro, cioè mettere in moto l’immaginazione che è il motore più forte del nostro corpo. L’immaginazione ci rende vivi, empatici con il dolore degli altri, ci fa capire la bellezza, ci dà curiosità. Leggere vuol dire viaggiare nel tempo e nello spazio, entrare nel “giardino incantato” di un mondo diverso, non solo con la mente ma anche con i sensi. Leggere vuol dire allargare gli orizzonti, vuol dire formazione,soprattutto con la lettura dei classici perché trattano argomenti universali che abbracciano tutte le epoche. Poi sposta l’attenzione su due parole molto frequenti in questo momento storico: SOLITUDINE e LIBERTÀ. Alla prima lega Il compagno segreto di J. Conrad: la solitudine porta a galla una parte di noi repressa e oscura che non abbiamo mai voluto affrontare, dice che ora è il momento di farlo. Alla parola libertà invece si collega leggendo un estratto del suo libro La grande festa. Libertà vuol dire tutto e niente, molti credono che libertà significhi fare quello che si vuole, ma la vera libertà si deve confrontare sempre con l’altro, quindi la libertà vuole dei condizionamenti, delle leggi. Lo ribadisce con forza, la Maraini.
Con il più luminoso dei sorrisi conclude il collegamento, salutando con affetto e simpatia il pubblico virtuale, pur nella frustrazione di non poter interagire direttamente con “l’altro”, ciò che le manca di più.
Nicoletta Lembo e Mariangela Clemente, Liceo Poerio (Foggia)
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