120 paesi, 5.700 fotografi, più di 83.000 foto, una sola foto dell’anno che verrà conosciuta, apprezzata e vista da più di 4.000.000 di persone in tutto il mondo: questo è il World Press Photo Contest.
Ieri al Ridotto del Teatro, Lears Boering (World Press Photo) e Francesco Zizola (fotografo) hanno spiegato al pubblico come il Wold Press Photo sceglie le migliori foto dell’anno.
Il World Press Photo nasce nel 1955 da un’idea di un gruppo di fotografi di Amsterdam. Sessantun anni fa la fotografia era molto diversa: i materiali, la tecnica, il contenuto, la fruizione… Oggi il mondo è cambiato e, insieme alle scoperte e alle nuove invenzioni, anche il modo in cui le fotografie vengono utilizzate e fruite è molto diverso rispetto a quello di sessantun anni fa. Ora le foto sono sempre più importanti per raccontare, denunciare, fare informazione e negli ultimi anni queste vengono anche apprezzate su mezzi multimediali tecnologici.
Per questo motivo è nato anche il Multimedia Contest che vuole aprire il World Press Photo alle nuove tecnologie e ai nuovi sistemi di fruizione come tablet e smartphone.
Lears e Zizola spiegano che non contano solo le qualità tecniche delle foto (comunque molto professionali) per essere selezionate, ma devono essere forti, devono raccontare e informare e, soprattutto, devono prendere testa, cuore e stomaco. Inoltre ricordano che è molto difficile diventare un bravo fotografo, ma non è impossibile. Il segreto: oltre a molto studio tecnico, avere passione e trasmettere emozioni forti; insomma prendere testa, cuore e stomaco.
Gabriele Druetta e Andrea Righi
Liceo Alfieri – Torino e Liceo Ariosto – Ferrara
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