Da un’infanzia passata a giocare a calcio dalla mattina alla sera, sognando il numero 10 dell’Inter, fino a diventare scrittore e giornalista sportivo della Gazzetta dello Sport. Vi sembra strano? Sicuramente no per un bambino che, il lunedì mattina, provava una gioia immensa nel percorrere il vialetto che portava all’edicola.  In realtà lui leggeva solo le pagine sportive, anche del Corriere della Sera scorreva tutte le pagine per arrivare alla fine, cioè al calcio: per lui, la parte migliore arrivava al fondo, proprio come il dolce nei menù. Aveva pochi libri, tra cui “Mazzola vi insegna il calcio” e nonn amava molto leggere. La sua passione per la lettura e la scrittura nasce grazie a un professore, che per le vacanze estive gli aveva assegnato un libro intitolato “Non sparate sui narcisi”, che lo aveva divertito e spinto a leggere sempre di più. Garlando ancora oggi, prima di pubblicare i suoi libri, si reca dal suo vecchio professore, che li legge, dà il suo parere e si dice un po’ incredulo: non si capacita di come Luigi possa essere diventato uno scrittore, visto che quando andava a scuola i suoi temi facevano pena.

Il mestiere di giornalista sportivo per lui rimarrà sempre una passione; ama sia il calcio che la scrittura e la combinazione perfetta è proprio questa.

Durante il suo percorso, Garlando ha incontrato numerosi maestri, come Gianni Brera, e ha avuto alcuni colpi di fortuna: “il talento incontra sempre opportunità” ci dice.

Sara Comune Tutor e Anita Mosso della scuola Peyron , Redazione Fuorilegge