Come molti sanno, la nostra epoca è caratterizzata dalla globalizzazione. Le informazioni si sono già diffuse in passato, ma non a questa velocità, e soprattutto non in contemporanea con l’automazione. Questo particolare argomento viene approfondito da Richard Baldwin, professore di economia presso il Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra nel libro “The globotics upheaval: globalisation, robotics and the future of work”, uscito nel 2019 in lingua inglese.

Il mondo del lavoro come lo conosciamo oggi verrà rivoluzionato da due nuovi fattori: telemigrazione, che individua le persone che vivono in una nazione ma lavorano in un’altra tramite schermo, e robotica, costituita dall’insieme di robot a collare bianco. Questi ultimi non sono intesi come i robot che operano nelle fabbriche, ma come software che vengono messi in azione da un’intelligenza artificiale e sono in grado di svolgere le azioni di coloro che lavorano in degli uffici.
L’avvento dei robot a collare bianco verrà favorito anche dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Con il Covid-19, molti settori sono entrati in crisi, le aziende hanno accumulato debiti, che hanno avuto come conseguenza licenziamenti e un aumento dei costi di mantenimento degli uffici a causa del distanziamento sociale. Molti dei posti che si sono liberati potrebbero venire occupati da robot, molto più veloci ed economici rispetto a dei veri lavoratori.
Il settore più colpito non sarà, come negli anni ‘90, quello manifatturiero, ma quello dei servizi. I robot svolgeranno tutte le mansioni che sono in grado di portare a termine, mentre noi umani potremmo fare ciò che resta.
Quindi i robot non ci sostituiranno del tutto, ma diventeranno indispensabili per la nostra vita, proprio come lo sono diventati gli smartphone.

Giulia Zanetti, Eva Laura Giacomello, Liceo M. Grigoletti