Venerdì 10 maggio, nella Sala Blu del Salone, ci siamo incontrati con cinque scrittori per parlare di un progetto realizzato per Tre Soldi della Rai. Marino Sinibaldi, il direttore di Radio 3, spiega che l’iniziativa viene presa nel 2016, quando ci si accorge degli “invisibili”, ovvero tutte quelle persone “allontanate dalla narrazione”, quelle che soffrono e sono state abbandonate e delle quali non sentiamo parlare nemmeno nei libri. Cinque autori sono stati quindi interpellati per raccontare le loro storie, storie di rabbia, paura e delusione; di scontento, appunto. C’è Silvia Ballestra, che con Casette ci trasporta nella realtà dei terremotati, costretti a vivere come vagabondi dopo aver perso tutto ciò che avevano. C’è Cinghie di Mauro Covacich, sulla disoccupazione, poi Antonella Lattanzi (Il processo) e la distruzione di una famiglia dopo aver perso il padre, vittima di mafia per equivoco. E ancora, La fontana racconta, attraverso la penna di Matteo Nucci, della fatica per arrivare a fine mese per una pensionata che ha lavorato più di 60 anni. Infine, letta per la prima volta per noi al Salone (anziché essere registrata subito in podcast come le altre), la storia di Evelina Santangelo, ambientata nel carcere minorile di Palermo, ci parla di “silenzi eloquenti”. Ma perché è stato scelto di registrare questi racconti, anziché scriverli e pubblicarli? Per generare attenzione, è la risposta. Perché ascoltando il suono delle parole, invece di leggerle, si riuscirà a porre l’accento sul loro significato, sull’essenza delle difficoltà quotidiane che vivono gli invisibili, gli “scontenti”.
Silvia Bracco, Liceo Alfieri
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