Satira politica o politici satirici? Nella nostra società iperconnessa e dominata dalla politica della battuta pronta, quale può essere il ruolo dei vignettisti satirici?
Hanno provato a rispondere a queste domande i vignettisti Tjeerd Royaards, Christin Traxeler- in arte Trax- e Marco Tonus, insieme a Thierry Vissol di Librexpression, invitati al Festival di Internazionale a Ferrara sabato 5 ottobre.
Il rapporto tra la satira e i suoi argomenti non sempre è tranquillo, anzi. Durante l’incontro si è ribadita la necessità di un’assoluta libertà di espressione, rifiutando la censura come risposta, pur essendo aperti al dialogo in caso di incomprensioni; eliminare del tutto la satira dopo una vignetta sbagliata, non sarebbe come bandire gli articoli di giornale in seguito a un pezzo poco opportuno? Simboli e stereotipi in questo campo devono essere letti per carpirne gli spunti offerti, non cercando una ragione per sentirsi offesi, che “per fortuna non è un reato” da parte dei vignettisti.
La satira, essendo un’arte di contenuto politico e sociale, esprime un’opinione. L’obiettivo, tuttavia, non è tanto quello di convincere il lettore delle proprie idee, bensì di stimolare una riflessione.
Per rendere comprensibile e forte il messaggio, la satira utilizza delle caricature che possono suggerire comicità. Lo scopo principale non è tuttavia quello di far ridere, a maggior ragione gli oggetti della critica; infatti la satira è un’attività “anti-regime”. L’efficacia del messaggio immediato, però, è tale che spesso nella storia passata e attuale se ne sono servite anche le forze politiche, per veicolare le proprie iniziative, quasi rubassero il lavoro ai vignettisti, per sminuire i propri nemici.
La forza dei simboli e delle immagini ha davvero una potenza strabiliante, e diventa inevitabilmente terreno di scontro – o meglio dialogo – ideologico.
Emma Menegatti e Matteo Sartini
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