“Amal in arabo significa speranza”. Lo scrittore siciliano Marco Rizzo apre così l’incontro di presentazione del suo nuovo libro: “L’immigrazione spiegata ai bambini. Il viaggio di Amal” (Becco Giallo). Poi parla ai bambini presenti della mafia, l’associazione criminale coinvolta anche in traffico di persone, soldi, armi e sostanze stupefacenti su larghissima scala e nasce a scopo di guadagno.
Il libro ha come protagonisti quattro animali: Amal, una gatta nera come la notte; il cane Joe, tanto vivace quanto magro; il falco Alqamar (che significa Luna), un rapace molto silenzioso, e per finire una capretta un po’ sbadata e senza nome. Tutti accompagnano i loro padroni in un viaggio attraverso il Mediterraneo, verso una nuova vita.
I quattro protagonisti sono molto timorosi e il tragitto ai loro occhi sembra infinito. Al momento dello sbarco vengono separati dai loro padroni per questioni sanitarie. “Qualcuno ha paura di noi, perché dicono che siamo diversi, perché hanno paura che portiamo malattie”, dice Joe. Ma la storia riserva comunque un lieto fine.
L’autore, originario di Trapani (che, come sottolinea lui, è più vicina al Nord Africa che a Roma) conosce bene la cultura africana e il fenomeno dell’immigrazione.
Ha chiesto ai bambini, fin dall’inizio interessati e attenti, che cosa avrebbero portato con sé partendo per un viaggio verso un altro Paese. Ha poi fatto notare che quando ci si prepara per un viaggio ciò che serve è l’essenziale: è quello che deve aver pensato una bambina di Aleppo, scappata dalla Siria… con il suo gatto! Proprio da questo episodio reale comincia la storia del libro.
Nicoletta Cuspilici, s.m.s. Caduti di Cefalonia
Emanuela Infante, tutor Fuorilegge
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