“Tendenza da parte della società a scoraggiare progetti, sogni e stili di vita considerati difficilmente realizzabili e di dubbio esito”, questo è il Rinuncianesimo. Secondo Andrea Bajani, Nicola Gardini e Federica la religione della rinuncia si è diffusa soprattutto tra i giovani. La società ci induce ad arrenderci di fronte ai nostri sogni e alle nostre passioni, destinandoci a non avere fiducia nella collaborazione e nella cooperazione. Con le parole diviene possibile cambiare questo clima e riformare il mondo. Definire uno stato d’animo cupo attraverso le parole rappresenta la modalità attraverso la quale è possibile arginare parte del concetto espresso. In più cercare il contrario di termini che assumono accezioni negative contribuisce ad una rinascita. Leopardi affermava “Il linguaggio deve sempre funzionare come se stesse nascendo”, accentuando il nostro dovere nei confronti delle parole. Queste sono strabilianti, ed il loro potere è una risorsa da non sottovalutare. Conoscerle ed usarle è solo l’inizio del percorso da seguire: le parole devono essere abitate.
Lo stato psicologico attualmente diffuso vede nelle proprietà delle parole uno dei più validi conforti e delle più valide soluzioni disponibili.
Diolaiti Marta, Elisa Pagliaro, Amedeo Parvis, Sofia Tarricone.
Questo il commento di Federica, sul palco con Bajani:
“Aver condiviso quest’esperienza con un autore come Nicola Gardini è stata
la chiave della sua riuscita. Raccontando esperienze personali, aneddoti ed
esprimendosi con un entusiasmo capace di coinvolgere tutti, è riuscito a
dare a me e spero anche al pubblico, un senso di speranza e voglia di fare
che è esattamente l’opposto dell’idea del Rinuncianesimo. Il peso delle
parole di cui abbiamo parlato nella conferenza può essere la via
d’uscita dal tunnel della rinuncia e della sfiducia. Basta saper captare
nel modo migliore gli stimoli e le idee lanciati dal mondo che ci circonda,
farli nostri ed usarli come “arma” contro chi ci dice che non ne vale la
pena.”
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