Oggi in Sala Azzurra si è tenuto l’incontro “In Cammino per la democrazia; i relatori hanno affrontato il tema dell’immigrazione e di come ormai si stia diffondendo un odio sempre più comune nei confronti di persone che non cercano altro se non pace e tranquillità. A raccontare la sua esperienza è stato Ahmed Abdullahi: dopo aver lasciato la Somalia egli ha raggiunto dopo diversi mesi di viaggio nel deserto l’Italia. Qui ha potuto imparare a conoscere la realtà europea: un mondo che non vede una guerra da 73 anni. Ha cominciato quindi a studiare e dopo poco è riuscito sia ad ottenere la cittadinanza sia a trovare un lavoro. Grazie a ciò ha potuto cominciare ad aiutare la sua famiglia che era rimasta in Somalia. I suoi sette fratelli possono oggi frequentare la scuola grazie al denaro che Ahmed manda loro: uno  è già diventato medico, un’altra è infermiera e un terzo fratello ha finito il quarto anno di architettura. Nei suoi studi egli si è concentrato sul “Manifesto di Ventotene”: grazie a questo ha compreso come sia potuta nascere l’Unione Europea. Egli è convinto che questo sia un ottimo strumento per cercare di portare la pace in Somalia, dove è da ormai 30 anni che continua una tremenda guerra civile.

Egli è anche il presidente dell’associazione “Generazione Ponte”. Questa vorrebbe favorire il dialogo  tra i giovani italiani e somali in modo che avvenga una sorta di scambio di esperienze.

Dopo la proiezione di alcuni video, hanno preso la parola Cristina Giudici, Elena Stancanelli e Nadia Terranova. Queste si sono soffermate sulla necessità di dover rivoluzionare il vocabolario dell’immigrazione in modo che si venga a creare una mentalità in cui gli immigrati non sia più visti con diffidenza.

                         Giacomo Bosco