Kafka diceva che la letteratura è il sale del demonio: questo perché tutti i mali repressi, in qualche modo non possono fare a meno di emergere; con la poesia, con un romanzo, saltano fuori cose che pur da qualche parte stavano.

Walter Siti, critico letterario, ha raccolto 52 liriche, una per ogni settimana dell’anno: e questi versi, versi di ogni tempo, in ogni lingua, giungono a parlare di depressione, morte, pedofilia, di tormenti e di ossessioni che se fossero emersi in qualunque altra forma sarebbero stati censurati. Eppure… messi in poesia, acquistarono una nobiltà che ha valso loro l’immortalità.
Nella raccolta ci sono poesie di Saffo come quelle novecentesche di César Vallejo, Petrarca come Matsuo Bashō. Forme diverse di poetare: in alcune la metrica è rispettata quasi ossessivamente, in altre è totalmente assente.
Perché? Perché alcuni hanno noia delle regole, altri ne hanno bisogno per portare alla luce concetti pesanti.
La poesia non è però l’unica via di mezzo fra il controllo della ragione e quel momento in cui non si è più padroni delle proprie parole: non è l’unico modo per far uscire quella materia un po’ scomoda che ci teniamo nascosta dentro.
Siti, che si definisce “un poeta fallito”, ha “diluito” i versi che aveva composto nelle pagine di un romanzo che si è allungato a dismisura attraverso gli anni e attraverso le pagine di una trilogia. Dall’Inferno di Scuola di nudo, il Walter Siti del libro arriva a quella sorta di Paradiso del romanzo che si intitola appunto Troppi Paradisi. E in questa autobiografia di fatti non accaduti ha riversato la parte più intima dei suoi pensieri, di cui è riuscito a parlare anche davanti ad una classe di adolescenti: impresa, devo dire, tutt’altro che facile, in cui però è riuscito straordinariamente bene, forse grazie alla sua esperienza di professore universitario; non è però frequente che in un’aula liceale non voli una mosca.

Sara De Mola, Liceo Scientifico Galileo Ferraris, 3^A

Leggi l’articolo di Sara De Mola, una delle studentesse del Liceo Galileo Ferraris, dopo il secondo incontro

Leggi l’articolo di Sara De Mola, una delle studentesse del Liceo Galileo Ferraris, dopo il terzo  incontro

Leggi l’articolo dello scrittore Walter Siti sulla sua adozione al Liceo Galileo Ferraris di Torino