Il cibo può essere esclusione e divisione, un confine in grado di separare le persone per le differenze culturali legate ad esso. Ma il cibo in alcuni casi può costituire un ponte di conoscenza e di solidarietà, che favorisce le relazioni tra popoli e tradizioni diverse.
Differenza è sinonimo di originalità, quindi non bisogna avere paura di imparare a riconoscere e conoscere l’originalità e la diversità delle persone e delle loro culture.
La trentesima edizione del Salone Interazione del Libro di Torino ha ospitato nell’area “Arena Piemonte” la “Rete Italiana di Cultura Popolare” diretta da Antonio Damasco che, attraverso la spiegazione di ricette tradizionali e aneddoti da parte di donne provenienti da vari paesi ma residenti a Torino da diversi anni, hanno spiegato il loro progetto “Indovina chi viene a cena?”.
Il progetto nasce nel 2011 a Torino con la condivisione di una cena in piazza Carlo Alberto con piatti preparati dalle varie famiglie delle comunità straniere torinesi. Nel 2015 il progetto ha un nuovo sviluppo: le cene iniziano ad aver luogo direttamente nelle abitazioni delle famiglie partecipanti in modo da abbattere ogni confine e pregiudizio nel conoscere le tradizioni altrui.
All’incontro erano presenti quattro donne provenienti da Egitto, Cina, Marocco e Perù che partecipano al progetto dalla sua nascita e che oggi hanno raccontato la loro esperienza personale facendo conoscere un piatto tipico della propria tradizione, preparati dagli studenti dell’Agenzia formativa II R.R. “Salotto e Fiorito”di Rivoli, serviti in un abbondante buffet gratuito per il pubblico.
Giulia Boffa e Michelle Roveda
Liceo classico Vittorio Alfieri
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