Angela Caponnetto giornalista, inviata speciale di Rai News24 autrice di importanti reportage – dagli sbarchi di migranti a Lampedusa alle inchieste sulle infiltrazioni mafiose in politica e le ecomafie – sarà relatrice a uno degli incontri del Concorso Lingua Madre al Salone Internazionale del Libro. Le abbiamo chiesto di rispondere a tre domande, per raccontare se stessa e la sua professione attraverso i libri.
Quella che ne risulta è una piccola bibliografia personale, un percorso letterario di crescita e formazione che Angela Caponnetto ha deciso di condividere con i lettori di Bookblog.
L’intervista è realizza in esclusiva per noi dal Concorso Lingua Madre che ringraziamo di cuore! Buona lettura!
Qual è il primo libro che l’ha appassionata alla lettura e perché
La prima lettura che ricordo (avrò avuto 10 anni) è il “Il Giornalino di Gian Burrasca” di Vamba. Mi rimarrà impresso nella memoria perché quel bambino pestifero era esattamente la mia fotocopia in versione maschile.
Indimenticabile comunque anche “Pinocchio” di Carlo Collodi perché racchiude tutti gli aspetti e le fasi dell’umanità. Perché c’è il lungo viaggio di Pinocchio, un giovane che insegue un sogno e sullo sfondo un genitore che insegue il figlio per proteggerlo dai pericoli della vita.
Ma il testo che ricordo mi ha colpito quando ero poco più che adolescente è ” 1984″ di George Orwell.
L’ho letto negli Anni Ottanta e l’ ho trovato attuale oltreché inquietante. L’ occhio del Grande Fratello, il modo in cui il “sistema” plagia gli uomini spogliandoli della loro umanità non è solo specchio dei nostri tempi ma di ogni epoca. La tendenza a modificare il pensiero facendo propaganda è insito nell’essere umano che si trova a gestire il potere. Oggi, come allora, è un testo che i giovani dovrebbero leggere per aiutarli ad avere un pensiero libero, autonomo e corredato da quella dose di umanità che ci rende pensanti e “innamorati”.
Qual è il libro che consiglia per meglio capire la sua professione di giornalista e inviata speciale o alcuni temi di attualità di cui si è occupata e che la interessano maggiormente
“Penelope va alla guerra” di Oriana Fallaci. Nonostante lo abbia scritto quando ancora era molto giovane, e nonostante dal punto di vista letterario sia acerbo e non sempre accattivante, questo libro denota un carattere non disposto a compromessi, determinazione e caparbietà in un mondo in cui una donna si deve atteggiare da uomo per non essere trattata con sufficienza. Un testo che sin dalle prime pagine mi ha riportato ad una giovanissima “me” quando ho iniziato questo duro mestiere da inviato. Nella metafora di una guerra contro i pregiudizi e gli stereotipi che vogliono la donna madre e moglie: non certo viaggiatrice e indefessa lavoratrice.
Vorrei però citare l’ultimo libro appena letto sul tema delle migrazioni. “Appunti per un naufragio” di Davide Enia. Regista e scrittore palermitano come me che racconta le sensazioni di chi ha vissuto la Lampedusa dei primi sbarchi. Quelli più drammatici di qualche anno fa. Accanto a sè vuole anche il padre al quale mostrerà i luoghi e i personaggi che ruotano in questo flusso umano. Un viaggio nell’isola delle Pelagie quando ancora si pensava potesse essere porta d’Europa.
Qual è il libro di cui non può fare a meno e perché
Posto che non potrei fare a meno di autori come Shakespeare, Pirandello o Sciascia, se mi si chiedesse di portare con me un solo un solo testo della mia libreria porterei senza dubbio la “Divina Commedia” di Dante, con un’ ovvia predilezione per “l’Inferno”.
Perché è un testo unico al mondo, originale nella metrica in terzine mai banali, mai noiose, mistico e a tratti irriverente. Perché è evidente che è stato scritto da un genio. Perché i suoi versi ancora oggi mi emozionano. E perché Dante racconta in modo magistrale di un viaggio: un viaggio in altri mondi, onirico ma pur sempre un viaggio verso la dannazione, l’attesa e la redenzione.
Ringraziando ancora Angela Caponnetto, vi diamo appuntamento al XXXI Salone Internazionale del Libro di Torino.
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