Giorni Selvaggi 2018
Il 25 ottobre 2018 noi ragazzi del Bookblog del Salone del Libro abbiamo assistito alla presentazione del libro di Ezio Mauro “L’uomo bianco” edito da Feltrinelli, nell’ambito della rassegna letteraria “Giorni selvaggi. In cammino verso maggio”.
L’evento si è svolto al Sermig, l’Arsenale della Pace, luogo emblematico di Torino, perfetto per trattare la tematica affrontata dall’autore: la discriminazione. Ezio Mauro ha dialogato con Marco Revelli, giornalista e autore del libro “Populismo 2.0” a cui si è ispirato.
Si è partiti dal fatto di cronaca, su cui è incentrato il libro, la tentata strage ad opera di Luca Traini, nel raid razzista avvenuto lo scorso febbraio a Macerata. Il giovane viene più volte definito dall’autore “forgotten man”, a indicare una categoria di persone che sono state “dimenticate” dalla sinistra e che aggrediscono una minoranza, spinte dalla paura del “diverso”. Questi si considera la vittima, privata di qualcosa a lui caro, ma in realtà assume il ruolo di carnefice rivendicando quella sicurezza sociale che ritiene sia venuta meno con l’arrivo del “diverso”.
Ezio Mauro sostiene che si dovrebbe ritornare a una politica capace di trasformare le persone in cittadini responsabili e consapevoli dei loro diritti e doveri, spinti alla comprensione e all’aiuto del prossimo dagli antichi valori tipici della tradizione italiana, in primo luogo la solidarietà.
A conclusione dell’incontro abbiamo potuto dialogare con l’autore e porgli alcune domande.
In primo luogo abbiamo chiesto se ritenesse possibile il ritorno alla tragedia delle leggi razziali ed Ezio Mauro ritiene improbabile che tornino a verificarsi in quanto ormai dovremmo essere ampiamente vaccinati a questo genere di situazioni. È però importante continuare a vigilare sui segni di regressione della società e sugli atti di inciviltà, che ci devono colpire soprattutto in quanto memori di quella esperienza storica.
Il “Fascismo 2.0” di cui parla nel libro, in relazione a vari episodi accaduti in questo periodo in Italia, si sarebbe potuto evitare attraverso una gestione differente del problema dei migranti da parte dei governi precedenti? Ezio Mauro risponde di sì. La questione dei migranti, infatti, avrebbe potuto essere affrontata diversamente dai governi precedenti e soprattutto le paure degli Italiani dovevano essere intercettate e comprese in modo diverso e questi governi avrebbero dovuto preoccuparsi delle paure e far capire che esse hanno origini varie e trovano nell’immigrazione una sorta di capro espiatorio. Secondo l’autore, infatti, noi stiamo scaricando impropriamente tutti i problemi e le paure del secolo sui migranti. Il fascismo di cui parla nel libro viene definito da lui stesso “sciolto” e “disorganico” perché avviene fuori dalla storia: si tratta a suo parere di atti compiuti come gesti esemplari, senza una vera base ideologica.
In terzo luogo abbiamo chiesto ragioni della ricorrenza in tutto il libro dei termini “ego-libertà” e “nuovo egoismo”. Risulta evidente che essi si riferiscono ad una chiusura sociale del cittadino, che vedendo intaccata la sua quotidianità pone barriere dinanzi a ciò che gli appare nuovo. Ci siamo chiesti però da dove provenga questa recente tendenza alla preclusione. Mauro individua la causa nella crisi, che ha definito “il più grande attore dell’ultimo decennio”. La crisi ha fatto sentire il cittadino libero dai vincoli sociali e ha riacceso le disuguaglianze. Così ci si sente liberati dalla relazione e dalla responsabilità nei confronti degli altri e il pericolo è che il tutto dilaghi nel razzismo e nell’intolleranza.
Per concludere abbiamo chiesto quali siano secondo lui i valori a cui possiamo far riferimento per cambiare l’attuale situazione aspra e fortemente segnata dalle discriminazioni. Secondo Mauro ci sono dei concetti che fanno parte della tradizione italiana e dei valori che possono e devono essere riscoperti e coltivati, come per esempio la solidarietà e la responsabilità. Sottolinea infatti che non molto tempo fa siamo stati proprio noi Italiani dei migranti e che la globalizzazione e la crisi hanno messo in discussione questi valori, che secondo l’autore sono “la cosa più italiana che abbiamo”.
Alice Artico, Sofia Cordero, Giovanni Laio, Lara Paciocco Liceo Classico Vittorio Alfieri di Torino
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