Seppur poco ottimista, il titolo del libro Prigionieri del Presente di Antonio Galdo é stato definito realista da Anna Masera, giornalista de La Stampa.
Uno dei temi piú discussi durante la presentazione é stato sicuramente quello dell’immigrazione, con particolare attenzione a come la nostra societá affronta questo fenomeno. Secondo quanto detto dal giornalista Galdo le persone non possiedono sicurezze, ma vivono impaurite; per questo si affidano soprattutto alle notizie diffuse dai media, che sono spesso amplificate ed esagerate rispetto alla realtá. Nel concreto, l’immigrazione in Italia non corrisponde alla sua rappresentazione mediatica, eppure la popolazione la percepisce come un’onda invasiva che ci travolge. La politica, dal canto suo, approfitta di tale percezione civile per esaltare la propria propaganda fatta per la maggior parte di slogan cosí da influenzare largamente i cittadini nei loro voti.

L’uomo occidentale moderno é imprigionato dal presente poiché é incapace di ricordare il tempo passato e di immaginare quello futuro, dunque si trova in difficoltá ad affrontare cambiamenti epocali come l’immigrazione.
Se si considera inoltre che nella popolazione italiana si conta il 47% di analfabeti, sia funzionali sia di ritorno, come puó l’Italia affrontare le difficili sfide del futuro? É importante principalmente coltivare le nostre capacitá di giudizio e indirizzare di conseguenza le proprie abitudini verso diversi stili di vita. Per raggiungere questo obiettivo, le nuove tecnologie possono risultare utili; tuttavia é importante mantenere equilibrato il “braccio di ferro” tra uomo e macchina.

Per concludere, ricordiamo un’efficace e sempre attuale citazione del filosofo Cartesio: “Quando le cose non vanno come vorremmo che andassero, conviene cambiare noi stessi prima di cambiare il mondo”.

Camilla Russo, Simone Pasini