Si può raccontare il terrorismo ai ragazzi? Si può fare i conti con la paura che nasce dai recenti atti terroristici? Sono queste le domande a cui provano a rispondere Viviana Mazza, Alberto Pellai e Antonio Ferrara, ospiti con i loro libri di questa incontro che apre il venerdì mattina dell’Arena BookStock.
Tutti noi, secondo Antonio Ferrara, siamo ormai abituati quotidianamente a Mangiare la paura (che è il titolo del suo libro), ascoltando notizie che spesso associano l’Islam al terrorismo. Questo tema è spesso strumentalizzato dai politici e dai media, che utilizzano la vita di milioni di persone per aumentare l’audience o per sminuire i propri oppositori. È quindi importante leggere e documentarsi per sfatare luoghi comuni e pregiudizi che possono condizionare i nostri rapporti con persone di cultura e religione diversa. Per questo Viviana Mazza e Antonio Ferrara, nei propri libri, cercano di aiutare i ragazzi a immergersi nell’io dei loro coetanei lontani, costretti a essere protagonisti del dramma del terrorismo islamico.
Viviana Mazza, che è l’autrice di Ragazze rubate, un libro che racconta la storia delle ragazze nigeriane rapite dai terroristi di Boko Haram, vuole sottolineare l’importanza di dare un nome alle ragazze di Chibok, affinché esse non restino solamente dei numeri, ma ridiventino persone.
Alberto Pellai, che è uno psicologo, nel libro “Come parlare di Isis ai bambini” parla agli adulti sul come affrontare le paure dei bambini quando sentono le notizie relative al terrorismo. Alberto dice che dobbiamo impedire la nascita di pregiudizi e allontanare ogni idea di razzismo dalle menti dei più piccoli.
Secondo Ferrara, la paura arriva alla testa attraverso la pancia e passando per il cuore. Per sconfiggerla noi adolescenti possiamo trasformarci in adoleggenti, cioè adolescenti che leggono e che sono quindi consapevoli di ciò che avviene nel mondo. Infatti leggere ci trasforma in adulti in grado di capire e di far fronte ai problemi della vita. È proprio questa l’età in cui questa trasformazione può e deve avvenire.
A una ragazza che chiede se è per questa ragione che questi romanzi hanno dei protagonisti adolescenti, Viviana Mazza ricorda che le ragazze rapite e tanti protagonisti di episodi terroristici sono essi stessi adolescenti.
L’ultima parola tocca a Pellai, che legge un brano dalla lettera che ha scritto per suo figlio, dopo gli attentati di Parigi, sull’orrore e la follia del fanatismo che uccide e ci rende vulnerabili: “Se c’è una cosa che la vita mi ha insegnato è che chi è amato, impara ad amare. Mentre chi è odiato, impara ad odiare”.
La sala, piena di adulti e soprattutto di ragazzi, applaude convinta. Sicuramente questo incontro ha fatto crescere la conoscenza di tutti noi su questi eventi e tutti siamo andati via consapevoli di dover combattere l’odio e la paura che possono vivere dentro di noi.
M. Luisoni e A. Casaretto, I.C. Peyron.
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