Esistono sostanzialmente due tipi di economisti : gli Ottimisti e i Pessimisti. Così chiama i primi Stefano Feltri considerandoli i sostenitori di una terza rivoluzione industriale tutta digitale; i secondi, invece, ipotizzano una catastrofe del mercato. Chi ha ragione e chi torto?
E’ vero che negli ultimi decenni la tecnologia è diventata parte integrante del nostro quotidiano, tanto da affidare i compiti più semplici, come fare un calcolo elementare o informarsi, al nostro cellulare. Il problema di cui si è più discusso durante la conferenza di oggi è il fatto che le macchine potrebbero non solo sostituire i nostri compiti, ma anche noi.
Un domani un qualsiasi lavoratore potrebbe essere sostituito da un robot: esiste già oggi un software in grado di elaborare delle informazioni per scrivere un articolo di giornale come un giornalista vero e proprio. In pratica niente impedisce che un’intera redazione si trovi a casa disoccupata.
Quindi, seguendo i Pessimisti, gli unici a trarre profitto dalla digitalizzazione del mercato sarebbero i manutentori dei suddetti robot; a meno che non ne inventino anche per questo.
La pecora nera del mercato online è l’Europa, che non ha ancora trovato accordi per unificare l’IVA e abbattere i costi di spedizione tra i vari stati. L’Italia inoltre si colloca molto in basso per quanto riguarda la digitalizzazione; internet ,infatti, rimane un mistero per almeno un terzo della popolazione: a dimostrare che gli italiani hanno difficoltà a fare proprie le novità.
Alessandra Marcati, liceo Alfieri e Lucrezia Penna, liceo Ariosto
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