Mercoledì 28 ottobre, alla Scuola Holden di Torino, il genio del thriller Jeffery Deaver è venuto a presentare la sua ultima opera “Hard News”, capitolo finale della “trilogia delle rune” ambientata negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80.

Prima di parlare del romanzo, lo scrittore ha voluto spiegare alla platea il suo approccio alla scrittura, che gli rende milioni di copie vendute in tutto il mondo.

Secondo questa concezione o “philosophy of writing”, un libro sembra essere un mero prodotto di consumo, più inerente alla sfera del business che a quella dell’arte, spiega Deaver. Bisogna dare al lettore quello che desidera, tuttavia conoscere l’audience non vuol dire scrivere qualcosa di semplice. Mozart, Rembrandt, Shakespeare e altri grandi artisti hanno sempre cercato l’approvazione del pubblico. Il paragone che propone è interessante e chiaro: nessuno comprerebbe un dentifricio all’aglio, ma a tutti piace quello alla menta. I suoi racconti dunque sono il dentifricio alla menta.

Nessuno parte con l’idea di arrivare solo a metà del libro e per evitarlo è necessaria un’idea che metta insieme tutto con personaggi reali a cui ci si affezioni. Infine consiglia la creazione di una struttura ipotetica su cui poi si basi il racconto.

Sebbene le norme asettiche e pragmatiche sembrano distruggere ogni tipo di magia dietro a quello che si poteva chiamare arte (ora business), per il maestro americano del giallo funzionano e anche bene. Deaver scrive best seller da anni e nel 2011 si è cimentato in un’avventura di James Bond per l’anniversario di nascita di Ian Fleming. I consigli dati non devono funzionare necessariamente per ogni scrittore, comunque, a giudicare dal risultato, avere un piano di lavoro così dettagliato non guasta.

 

Davide Machiorlatti

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