”La realtá  é il nemico mortale della finzione” é la regola di scrittura di Joël Dicker, autore svizzero affermatosi in italia grazie al suo primo romanzo La veritá sul caso Harry Queber nel 2012 con il quale ha vinto il Grand Prix du roman de l’Académie française.

Il fondamento principale della scrittura di Dicker non é nulla di straordinario, egli ha semplicemente voluto adottare come proprio il punto di vista dei bambini. ”Da piccolo” spiega, ”quando tornavo dalle vacanze estive in America accontavo  pochissime cose. Ecco, il mio modo di vedere la realtá non é cambiato, mi focalizzo solo su alcune cose e il resto é immaginazione”. Il luogo delle sue vacanze estive, gli Stati Uniti é lo stesso che é stato adottato in tutti i suoi romanzi poiché  Joël si ritiene incapace di scrivere nel quartiere in cui vive: se dovesse scriverne non potrebbe inventare nulla e per parlarne l’unica via é allontanarsi.  Inoltre, sono legate a questo luogo gran parte delle sue  memorie adolescenziali. Egli, una volta arrivata l’estate, aveva la sensazione di buttarsi alle spalle tutto l’anno scolastico, il disordine dell’anno precedente in vista di un nuovo ordine che gli garantisse libertá. Questa libertá abitava principalmente negli Stati Uniti, luogo dove,  una volta adulto,  ambienterá i suoi romanzi, accompagnando il lettore di stanza in stanza, nella realtà dei Baltimore.

 Chiara Marchesin