Per celebrare l’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Karl Marx, il giornalista e critico letterario tedesco Uwe Wittstock ha presentato – nello spazio internazionale del padiglione 1 – il suo nuovo libro (il primo tradotto anche in italiano) ”Karl Marx dal barbiere”.  La storia narra l’ultimo viaggio del famoso rivoluzionario tedesco ad Algeri e soprattutto un avvenimento insolito e quasi “sconvolgente” accaduto proprio in questa cittá, che ha rappresentato una trasformazione radicale per la sua vita. Infatti siamo sempre stati abituati a vedere Marx rappresentato con una folta chioma e una lunga barba, che lo hanno sempre identificato come un’icona inconfondibile e nota a tutti “proprio come Marilyn Monroe”. Erano i segni distintivi, il marchio dei grandi rivoluzionari e profeti.

Perché Marx, ormai malato e giunto alla fine della sua vita politica, decide di ”darci un taglio” ? Ovviamente non possiamo che fare delle ipotesi; secondo Wittstock, Marx, dopo una riflessione sulla propria vita, oppresso dai dubbi, non si vedeva piú come un rivoluzionario, ma come un nonno, dando piu importanza al mondo microscopico della sua famiglia che a quello macroscopico dell’economia e della politica.

Durante l’incontro si é parlato anche molto della sua personalitá ossessiva e contraddittoria: non era un bravo oratore né un politico per la maggioranza, ma seguiva rigidamente la sua teoria e si trovava a suo agio prevalentemente tra i libri e gli intellettuali. Questi aspetti negativi e debolezze vengono riportati anche nel libro grazie all’approccio giornalistico dell’autore. L’opera contiene infatti anche molti aneddoti che non la rendono una classica biografia, ma una coinvolgente storia di una figura che non ha mai smesso di essere attuale.

 

Alessandra Malagnino, Ada Pupella e Gaia Olocco