Cosa succede quando ti ritrovi in un mondo che ti porta all’autodistruzione? Quando ti ritrovi un corpo che non è più il tuo, un corpo che non t’appartiene? Cosa succede quando vivi in un ambiente che ti considera un oggetto, un numero, una taglia?
Victoire Maçon Dauxerre racconta a Massimo Cirri i tabù di un “mondo molto rappresentato, ma di cui si parla poco”, il cui fine primo dovrebbe essere quello di magnificare la donna e invece finisce con il ridurla ad una gruccia a cui appendere degli abiti. Senza parlare dell’ideale malsano di magrezza estrema che induce a perseguire, requisito fondamentale e irraggiungibile e che spalanca le porte a disturbi alimentari e psicologici, portando ad aspirare ad un’idea di corpo sempre più inavvicinabile.
E così Victoire si ritrova nel tunnel dell’anoressia e non si accorge più di ciò che succede al suo corpo, di come esso cambia, e tutto le sembra funzionare, ma dietro il suo lavoro c’è una fortissima sofferenza.
Nessuno la riconosce più come persona, vittima di una società disumanizzata che non concepisce il valore umano; diventa: Francese, diciotto anni, non ha più un nome, un’identità, le viene sottratto il suo status di essere umano; entra in una sorta di giro di prostituzione in cui deve essere sempre a disposizione dell’altro, è soggiogata e sottomessa ad un mondo che non la gratifica e le impedisce semplicemente di essere.
È questa la banalità del male, il male di un ambiente che considera la donna un pezzo di carne e strappa a queste ragazze la propria dignità.
Ma esiste anche un aspetto straordinario di questa professione, i viaggi, gli abiti, le sfilate, racconta Victoire, è difficile rinunciare all’adrenalina che la passerella provoca, è difficile sottrarsi all’eccitazione e all’appagamento. Sarebbe un lavoro meraviglioso se non ci fossero i disturbi alimentari e i maltrattamenti.
Perché la moda sia un ambiente così malato nessuno lo sa, non si sa che cosa spinga il genere umano a compiere simili atrocità nei confronti di altre persone, non si sa perché l’ideale di bellezza femminile, dagli anni Ottanta, sia cambiato così radicalmente, arrivando a promuovere un modello di corpo umanamente impossibile da raggiungere, un’utopia, arrivando a infondere l’idea che l’avvenenza fisica stia nella taglia trentasei.
Cosa succede quando un giorno, camminando per la strada, un agente ti dice che potrai diventare la nuova Claudia Schiffer? Quando la tua famiglia ti viene strappata via? Cosa succede quando una mattina ti svegli e ti accorgi di non stare più dentro al tuo corpo? Quando ti accorgi che ti stai lasciando morire lentamente e inesorabilmente? Cosa accade quando le persone che ti amano si accorgono della tua sofferenza e ti tirano fuori dal baratro, ti tirano fuori da un circolo vizioso in cui sei rimasta intrappolata?
Accade che un giorno ti svegli dall’incubo in cui sei rimasta incastrata per mesi e ti salvi, sei sopravvissuta, sei viva. Finalmente viva.
Giulia Lenna, Teresa Fassetta
Liceo M. Grigoletti, Pordenone
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