Tecnologia:cambiare il mondo con un’App. È questo il titolo dell’incontro tenutosi oggi alle 14.30 durante il Festival di “Internazionale” 2015 a Ferrara.

Per discutere dell’argomento erano presenti M.C.Ferrarini, membro del consiglio di amministrazione della fondazione Vodafone Italia, Jepchumba, artista digitale keniana, H.Leson, presidente di Humanitarian open street map e S.Danna, giornalista del Corriere della Sera.

L’incontro è iniziato con il commento del titolo, che viene definito estremamente difficile e spaventoso!
É, infatti, complicato cambiare il mondo, soprattutto se tramite la tecnologia o una singola applicazione, poiché queste non sempre sono ben accette in ogni parte del mondo.
A tal proposito Jepchumba esprime il suo parere. Spiega, infatti, che in Kenia, dove è nata, nel momento in cui ha proposto ad alcuni medici ed infermieri un’ulteriore applicazione, questi si sono dimostrati ostili. Tuttavia, provandola, si sono poi accorti che poteva esser loro utile.
Definisce, inoltre, il suo popolo come un gruppo di “hacker naturali”; quando una nuova tecnologia viene importata nel loro paese, infatti, indirettamente la ignorano determinando così la sua fine.
Anche Heather Leson ha raccontato di una situazione simile; situazione che ha riscontrato in Qatar, luogo in qui vive. Spiega infatti che la sua applicazione, Open Streat Map, nonostante sia facilmente accessibile alla popolazione locale non viene sfruttata, poiché quest’ultima preferisce ancora i metodi tradizionali. Il suo obiettivo è quindi quello di rendere la sua App più consona agli usi e ai costumi di quel luogo.
Maria Cristina Ferradini parla, invece, del fatto che la tecnologia sia diffusa solo all’interno di una fascia d’età ristretta e ben delineata. Basti pensare che negli ultimi due anni sono stati organizzati numerosi corsi mirati all’apprendimento delle nuove tecnologie frequentati da persone la cui età era superiore ai cinquant’anni.
Gaia Bertolone, Liceo Vittorio Alfieri
Claudia Felloni, Liceo Ludovico Ariosto