Il colpo di stato del 1963 in Cile e la conseguente dittatura di Augusto Pinochet sono il filo rosso che legga le opere di Nona Fernández, scrittrice e sceneggiatrice cilena. Questo “buco nero” etico e morale nella storia del Sudamerica segue l’autrice come un’ombra e si insidia nei suoi romanzi che lei lo voglia o meno, perché tutto ciò che Nona scrive è imprescindibilmente filtrato da ciò che ha vissuto. È così anche per Fuenzalida (2012), il romanzo presentato venerdì 10 maggio nella Plaza de los Lectores per il percorso Spagnolo lingua ospite del Salone. La “zona grigia” è la chiave di questo romanzo: un alternarsi di luci e ombre, uno studio approfondito della natura umana e delle sue mille sfaccettature, una realtà in cui anche il cattivo ha un lato umano e l’eroe una parte malvagia. Quella di Nona non è una giustificazione del cattivo, ma la volontà di dimostrare che la cattiveria è sempre una scelta, talvolta quasi obbligata. Portare il malvagio vicino a noi, sul nostro stesso piano: questa è la volontà dell’autrice, che tenta di opporsi a una Storia che ci fa sentire i “cattivi” lontani e il male un affare non nostro. Ora più che mai è invece fondamentale riconoscere la malvagità che ci sta intorno e neutralizzarla, metterla alla porta, impedirle di germogliare. “Bisogna essere intolleranti verso chi è intollerante”, questo è il messaggio di Nona: difendere con le unghie e con i denti la libertà e la democrazia, così minate in questi tempi in tutto il mondo.
Maria Guandalini, Martina Piscitelli – Liceo Ariosto
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