Il 3 maggio al circolo dei lettori di Torino è stata inaugurata la mostra “Razza Sacra”a cura di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulci, dedicata a Pasolini e alle figure femminili significative per il poeta. L’idea di raccogliere 80 foto originali appartenenti alla collezione Carrera prende spunto da un’altra mostra organizzata lo scorso ottobre all’Accademia d’Ungheria a Roma che aveva l’idea di rappresentare la figura di Medea a partire dalle immagini scattate a Maria Callas durante l’omonimo film di Pasolini. Quest’ultimo rappresenta non solo un intellettuale, ma soprattutto una grande icona nazionale; presentare le sue foto è dunque di fondamentale importanza. Le foto scelte si focalizzano sul ruolo che le donne hanno avuto nella sua vita, su quali insegnamenti gli abbiano trasmesso e su quali segni gli abbiano lasciato. “Razza Sacra” è il titolo che è stato scelto per rappresentare le poche persone che hanno scelto di non omologarsi al resto della società e di basare la propria vita sulla libertà intellettuale e individuale per sfuggire al decadimento contemporaneo della società, cioé le donne non soggette al sistema patriarcale. Le figure femminili ritratte lo hanno aiutato in qualche modo a crescere e a capire che è possibile portare avanti una lotta contro i nuovi valori borghesi e contro il consumismo. È possibile farlo rimanendo legati alla propria lingua madre, adottando costumi anti-conformisti, un atteggiamento indipendente e di controllo sulla famiglia e sui figli. La poesia è un altro modo per esprimere la propria individualità e la propria personalità. Questo atteggiamento Pasolini lo ha maturato durante l’infanzia, che per lui rappresenta la parte più importante della sua vita, a partire dall’esempio della donna che lo ha messo al mondo, ovvero la madre Susanna, che a un certo punto della sua vita è stata costretta ad abbandonare con il figlio il paese d’origine e il marito recuperando il suo ruolo di donna attraverso il suo lavoro. Da lei ha imparato il dialetto friulano, che rappresentava un sovversivo alle ideologie fasciste. Prese la decisione di utilizzare nelle sue opere solo le lingue non scritte, poiché quelle principali appartengono al potere e al sistema maschile. Altri esempi significativi sono stati per lui la traduttrice Giovanna Bemporad, ragazza anti-conformista, di stile punk e con un grande amore per la poesia; scelse di dichiarare apertamente la sua omosessualità per scandalizzare una società profondamente influenzata dal pensiero fascista. Anche Pasolini si trovò a confrontarsi con i pregiudizi e con il pensiero diffuso che amare un uomo significava negare la propria mascolinità. Per l’autore questa esperienza dolorosa gli ha permesso di confrontarsi con il mondo delle donne, che ogni giorno sono costretti ad affrontare la sofferenza. Questa mostra cerca di inquadrare la figura di Pasolini non solo come politico e come intellettuale, ma anche come grande ammiratore delle donne che rappresentano la resistenza contro una società che non accetta la diversità. È possibile vedere la mostra tutti i giorni fino al 18 maggio.
Elena Primiceri e Valeria Lanero, liceo Vittorio Alfieri
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