“Ogni tipo di linguaggio è degno di essere utilizzato nella stesura di un romanzo”.E’ questo il concetto principale presentato e portato avanti dalla celebre scrittrice francese Maylis De Kerangal durante l’incontro che oggi si è tenuto nell’arena BookStock del Salone Del Libro.Ad aprire c’è stata la personalità del noto scrittore e traduttore italiano Andrea Bajani, che però ha lasciato tempestivamente la parola ad alcuni studenti, i quali hanno avuto l’opportunità di porre alcune domande all’autrice.
Allacciandosi alla recente pubblicazione del romanzo “Riparare i viventi”, si è potuto scoprire come la ricerca di un linguaggio scientifico e di terminologie tecniche rappresenti una vera e propria presa di posizione, in quanto l’autrice descrive in modo distaccato e diretto la catastrofe e la difficile scelta che compare nella trama principale della storia. Ma non è solo l’unica causa per cui si sceglie un linguaggio di questo tipo. Questa decisione è spesso presa perché si ricerca un’onestà emotiva. Servendosi di un linguaggio medico, non c’è bisogno di “caricare la penna”, le parole sono quelle ed esprimono in modo assoluto i concetti che lo scrittore vuole trasmettere.Grazie a questa caratteristica, un linguaggio che da sempre è stato escluso dalla letteratura, perché ritenuto freddo e distante, acquista una carica sentimentale e sensibile.Il romanzo che ruota attorno alla vita del cuore ancora battente di un ragazzo, ormai allo stato terminale, e alla difficile scelta di donazione degli organi da parte dei suoi genitori, diventa metafora di una varietà immensa di concetti. Il cuore che sembra tenere in vita solo il povero giovane, in realtà si rivela come l’essenza vitale di una miriade di persone che vengono presentate nel corso della storia. Possiede una vera e propria forza motrice, possiede ancora vita, ed è per questo che alla fine la famiglia decide di donarlo. Rappresenta una vera speranza, sia per chi lo riceverà e potrà ricominciare a vivere, sia per i genitori, consapevoli che in questo modo una parte del loro figlio ancora esiste.Una storia avvincente ed interessante, che offre numerosi spunti di riflessione, quella che ci è stata presentata oggi da De Kerangal, conclusasi, al termine delle domande da parte degli studenti, con gli applausi più calorosi dell’intero pubblico.
Alberto Maluta – Liceo Michelangelo Grigoletti, Pordenone
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