Cinema Apollo, sul palco sono presenti 5 donne: 4 di loro sono protagoniste di quello che è il Medio Orienteoggi, una è la relatrice Francesca Caferri de La Repubblica.

Gameela Ismail, giornalista egiziana che ha combattuto nella lotta civile contro il governo di Mubarak, si è candidata alle ultime elezioni per diffondere l’uguaglianza, il rispetto per le donne e la libertà. Ha ricevuto solamente 30mila voti, ma la sua è stata comunque una vittoria personale poichè ha mostrato al mondo come anche le donne arabe possano essere forti e soprattutto che non si lascino mettere da parte.Azadeh Moaveni, giornalista americana, ha scritto un libro, Lipstick jihad, sulla società del suo paese d’origine: l’Iran. Con la rivoluzione del 1979, è avvenuta una grande regressione e la famiglia di Azadeh è scappata in America. 30 anni dopo è scoppiata una protesta contro la ri-elezione di Ahmadinejad: gli arresti e la violenza erano all’ordine del giorno, ma le donne non si sono fermate, hanno continuato a protestare.Manal Al Sharif, attivista saudita, è arrivata in Italia guidando. La sua è una storia particolare: istruita molto severamente in una scuola dello Stato, Manal era una ragazza fortemente religiosa e conservatrice fino al giorno in cui ha ascoltato una delle cassette di suo fratello e le si è aperto un mondo: quello dei Backstreet Boys. Da questo momento in poi ha iniziato a porsi molte domande, e grazie all’arrivo di Internet ha capito che l’occidente non era il diavolo come aveva sempre creduto. L’Arabia Saudita è un paese chiuso e molto conservatore in cui le donne non possono guidare e proprio per questo motivo Manal oggi vive a Dubai e ha fondato un movimento su Facebook: Women2Drive.

Ghada Ghazal, ricercatrice e attivista siriana, ha esordito dicendo che non è riuscita a dormire per le mancanza del rumore dei bombardamenti a cui è abituata. La Siria è l’unico Stato in cui la “primavera araba” non è arrivata, poichè da subito il regime ha represso ogni forma di ribellione arrivando a sequestrare e torturare anche i più giovani. I siriani vivono nella paura, persino il volume della televisione troppo alto può essere motivo di arresto.

Tutte loro hanno concordato sul ruolo fondamentale di Internet nelle rivoluzioni e di come siano i giovani a dover portare avanti i nuovi ideali contro i vecchi stereotipi.

Piccole storie di grandi donne.

Irene Camerani e  Valentina Govoni