Oggi 14 maggio, Claudio Magris ha tenuto una conferenza che vedeva come protagonista la Germania, il paese ospite di quest’anno. In particolar modo si è concentrato sull’importanza della cultura tedesca e sul modo in cui questa ha influenzato la cultura italiana.

Partiamo da una citazione estrapolata dall’ultimo libro di Salvatori “Dovetti prendere atto che per capire il mondo, presente, futuro e passato, non bastano Hegel, Marx, Rosa Luxemburg e molti altri”. Già da questa frase si può capire come la Germania per più di un secolo, sia stata la base di tutta la cultura, italiana e non, soprattutto da un punto di vista storico e filosofico.
Tuttavia tra Germania e Italia c’è una notevole asimmetria: noi non conosciamo così a fondo la loro cultura, mentre loro ci conoscono piuttosto bene, anche se sono pieni di pregiudizi. Un elemento sintomatico è proprio il fatto che tra i germanisti italiani c’è sempre una notevole riserva verso la cultura tedesca, anche in ambienti culturali tedeschi.

Elemento centrale della conferenza è stata l’influenza della cultura tedesca per circa un secolo sulla cultura italiana, sopratutto per quanto riguarda la storia e la filosofia. Elemento cardine di questo collegamento è sicuramente stato Benedetto Croce che per molti elementi ha ripreso molto della filosofia tedesca, soprattuto per quel che riguarda Hegel. Possiamo quindi dire che il pensiero di Croce non esisterebbe senza quello dei tedeschi, ma anche che questo influsso tedesco è dato dal ruolo crociano.
Un grande ruolo che ha avuto il pensiero crociano è un approccio che passa non per la logica ma per la dialettica. Quello che ci si chiede è se possa esistere una dialettica che può togliere la contraddizione, il negativo, ed è proprio la filosofia tedesca che ne spiega la possibilità e l’impossibilità.

La cultura tedesca non si limita alla filosofia, ma arriva anche allo storicismo. Croce è infatti alfiere del pensiero liberale per eccellenza e ha posto l’accento nel suo liberalismo dicendo che questo diventa qualcos’altro ed è il pathos che vibra nella cultura. Si tratta del pathos di una cultura che non è proprio sulla conoscenza, ma sulla visione della vita, il cambiamento del negativo, dell’avanguardia.  L’egemonia liberale crociana sarà molto recepita dal filone marxista e lo renderà fondamentale.

Un altro elemento fondamentale del legame Germania-Italia è stata la riscoperta di Nietzsche, come fatto di liberazione, con una lettura di un profeta di un oltre uomo. Ma Saba lo avevo già capito, infatti ricordiamo la sua frase “Un intero medioevo dovrà passare prima che gli uomini smettano di maledire Nietzsche”.
Da non dimenticare è sicuramente stato il ruolo di Heidegger che è stato la dimostrazione di un’elevata presenza di un tedesco nella cultura tedesca.

La letteratura è invece stata tenuta fuori da questo discorso, l’unico nominato è Brecht, ma non tanto per la sua grandezza poetica, quanto in realtà per la sua astuzia, poiché ha avuto un’importanza enorme all’interno del ruolo politico dell’attività teatrale.

Possiamo quindi notare l’importanza della cultura tedesca, ma sopratutto come questa abbia influenzato la nostra di cultura e il nostro pensiero filosofico e storico.

Camilla Brumat