“È stato come incontrare delle persone sopravvissute ai campi di concentramento, non mi vergogno di fare questo paragone.” Questa affermazione di Annalisa Camilli ha aperto l’incontro per presentare il suo nuovo libro “La legge del mare” (Rizzoli), con cui cerca di sensibilizzare le persone sul tema dell’immigrazione, sui disagi, le difficoltà e i problemi ad essa legati.
“Per favore fate in fretta, per favore…”: il video proiettato in Arena restituisce le parole ripetute molte volte dai migranti disperati. Settanta di loro sono scomparsi venerdì in mezzo alle onde del Mediterraneo. Impotenti, in balìa del mare, i migranti partono per un pericoloso viaggio con più dubbi che certezze, ma con la speranza di trovare, una volta giunti in Europa e lontani dalla guerra, una vita migliore.
Le loro storie sono il cuore del libro “La legge del mare” della giornalista Annalisa Camilli.
Il naufragio del 18 aprile 2015 in cui morirono oltre mille persone l’ha convinta della necessità di colmare la distanza fra ciò che accade realmente e ciò che è il racconto di ciò che le persone percepiscono.
L’autrice ha messo in guardia proprio riguardo al pericolo rappresentato dalle piattaforme non monitorate che permettono di esprimere opinioni senza alcun tipo di censura, influenzano l’opinione pubblica, a volte scavalcano addirittura i decreti amministrativi (pensiamo all’ormai celebre hashtag #chiudiamoiporti).
A causa dell’interruzione da parte dell’Italia del progetto “Mare Nostrum”, sono venuti a mancare i mezzi e le risorse per effettuare il soccorso di coloro che rischiano la vita per intraprendere questi viaggi disperati. Ma quali sono le motivazioni che spingono tante persone a partire, a lasciare la loro terra? La principale è il fatto che nei paesi in cui vivono sono spesso in corso delle guerre, c’è miseria e povertà ed essi scappano per salvare se stessi e gli affetti più cari. Il libro intende fornire quindi qualche strumento per poter conoscere meglio il problema dell’immigrazione.
L’autrice ha concluso l’incontro con una frase all’apparenza semplice, ma in realtà molto profonda: “Perché, come riflesso in uno specchio, tutti i naufraghi sono stati naviganti, tutti i naviganti potrebbero diventare naufraghi.”
Stefano Lisa, Liceo Alfieri tutor Fuorilegge
Emma Manassero, IC Caduti di Cefalonia-Mazzini
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