La lettura non e’ soltanto formazione culturale ma motivo di benessere e felicità: ecco il tema su cui verteva il dibattito tra Romano Montroni, Stefano Laffi, Fabio Stassi , Vito Mancuso ed il mediatore Ferrero Ernesto, nonché ex direttore del Salone del Libro.       Data la strettissima relazione tra corpo e anima, la lettura svolge un ruolo fondamentale sia nell’infanzia, per lo sviluppo neuronale, sia in età avanzata per attenuare il degrado. Sono infatti numerose le ricerche che provano il carattere benefico della lettura tale per cui coloro che si interessano di arte e cultura paiono essere più longevi.

 Romano Montroni, presidente del “Centro per il libro e la lettura”, sostiene l’importanza della partecipazione ad eventi e manifestazioni culturali da parte dei cittadini, i quali dovrebbero essere ”protagonisti e non solo fruitori” sia perché risulta vantaggioso per l’individuo stesso, sia perché da quanto emerge dalle statistiche, il tasso di lettura è direttamente proporzionale al reddito pro capite. A questa concezione si ispirano i numerosi progetti come ”nati per leggere” che si pongono come obiettivo quello di creare cittadini veramente consapevoli attraverso la sensibilizzazione di scuole e biblioteche che mirano a far diventare luoghi vivi e frequentati.   Fabio Stassi invece, secondo relatore, presenta i libri attraverso la sua esperienza personale come una sorta di medicinale contro i mali fisici e psicologici.

A sostegno del grande potere della lettura è anche l’intervento dello psichiatra e medico Mario Vittorangeli, secondo cui la lettura consente di sviluppare la capacità di isolarsi in cui il terrore dell’abbandono si compenetra con il piacere di stare soli con i propri pensieri e la capacità di condivisione attraverso lo scambio di informazioni. La lettura diventa quindi un mezzo comunicativo più potente di qualsiasi media, come sostiene Maurizia Rebola,  direttrice del Circolo dei lettori e secondo la quale i maggiori poteri di un libro sono quelli di sviluppare l’immaginazione e la capacità di espressione che ci permette di distinguerci esprimendo pareri critici e non conformi alla massa.

La questione va analizzata anche in relazione a come si presenta il mondo oggi.

Il sociologo Stefano Laffi sostiene che la società di oggi sia un” mondo governato dal tasto play” che elimina la fatica e l’attesa poiché ogni cosa funziona a comando. Di conseguenza è cambiato il valore della parola che ha perso di credibilità e con esso la lettura che viene spesso vista dai ragazzi come peso e non piacere. Egli afferma come il problema principale sia quello di lavorare contro gli algoritmi come quello di google, i quali indirizzando e restringendo le ricerche secondo i gusti personali , creano uno specchio intorno ai ragazzi impedendo loro il confronto con il diverso.

I libri diventano in questo modo una finestra sulla realtà e un mezzo per i ragazzi per confrontarsi e porsi delle domande.

Durante il dibattito è intervenuto anche il filosofo e teologo Vito Mancuso, che citando Schopenhauer, afferma che ”leggere significhi pensare con la testa altrui e non con la propria’‘ e che si debba quindi leggere con criticità. Il filosofo inoltre sostiene come i giovani d’oggi siano ”malati di velocità” e come questo li porti a non godersi a pieno i momenti e che sia quindi necessario e approciarsi al libro come ad un  bicchiere di vino, ”gustandosi” ogni pagina.                               

Tutti i relatori, seppur da punti di vista diversi, sostegono come la lettura di un libro, portandoti a contatto con mondi diversi, ci permetta di conoscere meglio noi stessi e come sia quindi fondamentale per la crescita individuale di ognuno.

Dellacasa Cecilia e Mo Federica