Com’é cambiato l’italiano con l’avvento del digitale? Si può ancora parlare di italiano o sarà necessario iniziare a chiamarlo e-taliano? Con questi quesiti si apre l’incontro di oggi, 16 settembre, allo spazio BCC Friuli Venezia Giulia, in compagnia dello storico della lingua italiana Giuseppe Antonelli, della linguista Valeria Della Valle e della scrittrice Caterina Bonvicini.
Negli ultimi anni siamo stati infatti spettatori di cambiamenti radicali della nostra lingua, più o meno positivi. Sul web si é creato un nuovo linguaggio, caratterizzato da abbreviazioni, punteggiatura enfatica ed emoticon, che hanno preso, purtroppo, il sopravvento sulle regole della grammatica. Questo tipo di comunicazione puó costituire una ricchezza, ma va utilizzato in un determinato contesto, in quanto bisogna distinguere la lingua della rete da quella reale. Il requisito chiave è la consapevolezza, che deriva dalla conoscenza esaustiva della grammatica.
Un dato preoccupante emerso negli ultimi tempi é la drastica diminuzione della capacità di leggere e scrivere un brano. Purtroppo la concentrazione e la pazienza necessarie a comprendere un testo non trovano spazio in un mondo frenetico come il nostro. Pertanto alla frammentazione della scrittura tipica della rete va affiancata la lettura di libri tradizionali.
Uno dei meriti che va attribuito alla comunicazione digitale è l’aver avvicinato (o riavvicinato) molte persone alla scrittura. Davanti a una pagina di Word, infatti, ognuno di noi si sente più forte e più propenso a scrivere.
L’evoluzione della lingua è un processo inarrestabile, ma non per questo negativo; basta esserne consapevoli.

Sara Radegonda, Margherita Mautino