Oggi al SaloneExtra si parla di Istituti Italiani di Cultura; non sono in molti a conoscerne l’importanza e Roberto Vellano, direttore della promozione della cultura e della lingua italiana, ha voluto presentarne l’attività.

In pochi sapranno di questi avamposti della cultura italiana sparsi nel mondo, in cui piccoli gruppi di persone organizzano corsi di lingua italiana, eventi e manifestazioni per far sentire la nostra presenza culturale sul territorio.

Ormai questi istituti sono ben 84 e si trovano in 70 paesi diversi in tutti i 5 continenti, da Dakar, la sede nata più recentemente, a Sydney, Toronto, Buenos Aires, Madrid e Il Cairo, sito archeologico di fondamentale rilevanza.

In questo periodo difficile e incerto, anche questi centri di cultura sono stati sottoposti a rigide misure di sicurezza e costretti a ripensare la loro intera attività e i loro metodi di lavoro: non si tratta solo di un momento catastrofico bensì, come sostiene Bellano, della possibilità di un nuovo inizio e di un modo di pensare più innovativo.

Nel mondo sono più di due milioni le persone che studiano la lingua italiana nelle scuole, università e istituzioni educative, e il 10% di queste partecipa ai corsi organizzati dagli istituti di cultura italiana.

Questi rappresentano inoltre una fonte utile per l’autofinanziamento di altre attività organizzate dai centri di cultura, come per esempio la settimana della lingua italiana, che ogni anno a ottobre mobilita la rete costruita intorno a iniziative di promozione e diffusione della lingua italiana. Quest’anno l’evento sosterrà da vicino il mondo dell’editoria, in quanto sarà dedicato alla lingua tra parole, immagini, graffiti e fumetti, con libri illustrati per bambini e graphic novels.

Il programma di questi istituti è molto lungo e sono ancora molti i progetti che verranno portati a termine in futuro.

 

Andreea Quaglia e Marta Atzei, Liceo Alfieri di Torino