“Questa pandemia è un portale”.
Questa frase di Arundhati Roy, riportata dalla scrittrice Helena Janeczek nella presentazione dei due ospiti, Fabrizio Barca e Roberta Carlini, caratterizza tutto l’incontro e l’emergenza che stiamo vivendo in questo periodo.
Prima di dare la parola ai due ospiti, lui economista e politico, lei giornalista e ricercatrice specializzata nelle questioni di genere, Helena Janeczek cita la scrittrice e attivista indiana per farci capire che l’umanità si trova ad un bivio, e che sta a noi decidere quale strada imboccare.
La definizione dei due ospiti di questa pandemia è leggermente diversa, ma ugualmente significativa: è un’interfaccia tra due crisi, quella ecologica che incombe su tutti noi e quella economica che persiste già da tempo.
Barca e Carlini si concentrano in questo incontro sui risvolti socioeconomici di questa pandemia e sui possibili scenari per il futuro con tutti i problemi che si possono presentare, ed esprimono la loro opinione per quanto riguarda la decisione migliore possibile.
Secondo Fabrizio Barca, il primo a prendere la parola, il primo passo da fare è comprendere quali disuguaglianze si vengano a creare (o aggravare) e quali tendenze si manifestino, soprattutto in campo lavorativo. Barca mette in luce le debolezze del mercato del lavoro, ovvero il fatto che una fetta importante dei lavoratori sia precaria o non regolare e la struttura stessa di molte aziende italiane, piccole e a gestione familiare. Un secondo punto che affronta è l’esiguità dei salari, che è una delle cause della tendenza a non risparmiare. Un dato interessante per capire la gravità del fenomeno: 10 milioni di italiani non avevano, all’inizio di questa crisi, risparmi sufficienti a resistere tre mesi.
Importante per Barca è la previsione di ciò che potrebbe accadere in futuro, non solo la messa in evidenza dei problemi del presente: questo è fondamentale dal momento che ci troviamo ad una biforcazione e che è necessario compiere delle scelte che avranno molte ripercussioni.
La sua riflessione tocca altri due punti importanti. In primo luogo la riscoperta da parte della popolazione di cosa sia effettivamente necessario per vivere, in opposizione al consumismo che ha caratterizzato gli ultimi anni. In secondo luogo la rivalutazione del turismo di prossimità: la situazione attuale ha scoraggiato molte persone a intraprendere viaggi esotici.
L’ultimo ambito su cui si concentra è quello del lavoro a distanza, prevalente in questo periodo: può responsabilizzare i lavoratori, o portare alla loro segregazione: dipenderà dalle scelte prese in futuro.
La parola passa a Roberta Carlini, che nella sua carriera di scrittrice si è molto concentrata sugli effetti della crisi del 2008, e il frutto di questa ricerca è un libro da lei scritto cinque anni fa. Ed è proprio attraverso un paragone con la crisi economica del 2008 che si apre il suo intervento, evidenziando un’ importante differenza: la crisi di dodici anni fa è stata causata da un fallimento del settore immobiliare e finanziario, mentre quella che stiamo vivendo oggi da una misura di salute pubblica, ovvero la chiusura delle attività produttive e commerciali per arginare la pandemia.
Carlini si concentra poi sulle disuguaglianze generate dalla situazione attuale. Mentre nella crisi passata i lavoratori uomini sono stati maggiormente colpiti rispetto alle controparti femminili, oggi possiamo distinguere due fasi: nella prima la percentuale di lavoratori e lavoratrici è stata la stessa (e questo indica che le donne, non essendo state colpite più degli uomini, oggi sono maggiormente coinvolte nei settori essenziali, quali sanità, assistenza e cura). Invece durante la seconda fase, quella che stiamo vivendo adesso, si profila un possibile peggioramento della condizione femminile, data l’alta percentuale di lavoratrici nei settori ancora soggetti a restrizioni (ristorazione, turismo…). Inoltre, molte donne in questo momento sono coinvolte nella gestione dei propri figli, dato che le scuole di ogni ordine e grado sono ancora chiuse, e le madri hanno un ruolo fondamentale nel buon funzionamento della didattica a distanza (in particolare per i più piccoli). Un dato dell’ISTAT per capire l’estensione del fenomeno: il 75% delle donne che lavorano ha figli sotto i 14 anni.
Barca e Carlini esprimono infine il loro parere sulle “vie d’uscita” da questa difficile situazione.
L’economista indica due poli su cui focalizzare la riflessione: in primis la conoscenza, dal momento che l’Italia presenta delle strutture universitarie all’avanguardia che andrebbero sfruttate. Le imprese pubbliche rivestono un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura. L’altro polo è il microterritorio: secondo Barca bisognerebbe attuare piani d’azione in ambito lavorativo all’interno dei comuni in modo tale da garantire uniformità nei provvedimenti, soprattutto le riaperture, cruciali in questo periodo. I giovani sono l’ultimo punto della sua riflessione: secondo lui è sufficiente una buona preparazione scolastica, ma è anche necessario offrire loro il potere. Come? Assumendoli nella pubblica amministrazione.
L’incontro è concluso da un ultimo intervento di Roberta Carlini. In questo periodo alcune idee passano dall’ambito dell’utopia a quello delle possibilità: questo è reso possibile dal momento di grande spesa pubblica che caratterizzerà la ricostruzione, il periodo successivo alla pandemia. Quello che evidenzia infine è la possibilità di tornare indietro, come è successo nel 2008, in vari ambiti: dall’università al lavoro. La ricetta di Carlini per evitare questo è semplice, ma non facile da attuare: far prevalere l’opinione, invece che l’interesse personale.
Un suggerimento infine per tutti gli interessati al discorso delle disuguaglianze, ma sul fronte mondiale: l’intervento di domani di Joseph Stiglitz delle ore 11:30.
Jacopo Cardinale, Valeria Lanero, Liceo Classico Vittorio Alfieri, Torino
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