Beni culturali, da sempre fondamento e immagine dell’Italia nel mondo, patrimonio prezioso che fa del nostro Paese un unicum. La “nuova stagione” che il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha prospettato oggi, giovedì 8 maggio, al Salone del Libro parte da buone notizie: il Ministero di cui è a capo si impegnerà a promuovere l’educazione dei giovani e la cultura, oltre a tutelare, come impone l’articolo 9 della Costituzione, i beni artistici italiani con il supporto del CON.S.I.P. (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici). Il Ministro ha dichiarato di essere al lavoro per mettere a punto una norma che aiuti con incentivi fiscali i privati che decidessero di finanziare la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, ispirandosi a felici esempi nazionali ed esteri.
Il Ministro ha dialogato con lo storico dell’arte Salvatore Settis e il professor Tommaso Montanari in una tavola rotonda assieme a Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24 Ore. La valorizzazione del patrimonio culturale, secondo Settis, non solo è possibile, ma anche necessaria. Lo storico dell’arte, citando una celebre frase di Dostoevskij: “Solo la bellezza salverà il mondo”, ha sottolineato l’importanza di salvare a nostra volta la bellezza, mettendo la cultura al primo posto delle voci economiche del Paese.
Montanari, invece, ha proposto un paragone fra le maggiori potenze petrolifere mondiali e l’Italia, la più ricca in termini di patrimonio culturale, definito “il petrolio d’Italia”; entrambe queste realtà si sono trovate a gestire una grande ricchezza, senza fare nulla per preservarla. L’attacco di Montanari si è poi concentrato sulla gestione dei musei italiani, in particolare degli Uffizi, per i quali, a fronte di una capienza massima di 980 persone, si sarebbe registrata la presenza di almeno quattromila visitatori. Franceschini, raccogliendo la provocazione, ha subito risposto rassicurando con dati verificati personalmente e perfettamente in linea con le norme di sicurezza.
La tutela e l’educazione alla cultura, insomma, sono le priorità del Ministro. Un popolo come quello italiano, fin dalle fasce più giovani, deve prendere coscienza della ricchezza che lo circonda e cercare di valorizzarla al massimo delle proprie possibilità. Una “nuova stagione” è ciò che serve, una primavera dei beni culturali, in cui l’antico possa rifiorire e recuperare lo splendore originario. L’Italia, in questo senso, è piena di fiori in attesa di sbocciare nuovamente e rinverdire il vasto prato della cultura.
Riccardo Cavallari
Liceo Classico “L. Ariosto “
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