Masha Gessen, una delle portavoci più autorevoli della situazione in Russia, presenta il suo ultimo libro uscito in Italia: “Il futuro è storia”, vincitore nel 2017 del premio National Book Award.

Il reportage racconta le storie di un gruppo di individui che si confrontano con le trasformazioni sociali ed economiche del loro Paese: sono nati nel ’82 , quando l’Urss esisteva ancora, ma le loro esperienze si sono trasformate con la salita al potere di Vladimir Putin (lo ‘zar’). Le inaspettate liberalizzazioni di Gorbacev spingono i giovani a progettare un futuro di uomini e donne liberi, come imprenditori, attivisti politici e studiosi della realtà d’oggi, ma con amarezza assistono al crollo dei loro ideali e al ritorno di un regime oppressivo, che condanna ogni diversità politica e di genere. Tutti i protagonisti sono persone che esistono realmente e che, in occasione della stesura di questo romanzo, sono state intervistate dalla Gessen, con lo scopo di denunciare la realtà della nuova Russia, un paese in cui il sogno democratico è stato deluso e la dittatura è diventata la quotidianità.

Secondo l’autrice stessa, è complicato fornire una definizione per il sistema politico attuale della Russia poiché non rispecchia tutti i canoni dello stato totalitario; la definizione giusta sarebbe stata proposta da un filosofo ungherese che parla dell’esistenza di uno stato mafioso. Questo è un contesto in cui troviamo al potere un patriarca, circondato da un clan che funziona quasi come una famiglia (quindi una volta che ci si trova al suo interno è molto difficile uscirne). Nonostante questa definizione, la Russia ha avuto l’occasione di poter diventare una democrazia, purtroppo ha deciso di definirsi come una grande potenza e non come una buona potenza, infrangendo le aspettative di molti suoi abitanti. Per questo motivo, la Gessen ha voluto sottolineare la differenza fra il regime e la società della Russia, così come è presente nel suo romanzo discusso all’evento in Sala azzurra.

L’incontro si conclude con una riflessione molto interessante: esiste la possibilità di cambiare in qualche modo il contesto politico presente all’interno dello Stato oppure l’unica possibilità è quella di convertirsi? La risposta dell’autrice è molto ottimista, infatti la Gessen sottolinea che sottostare alle decisioni del regime è solo una delle soluzioni possibili, anche se magari la più semplice; combattere silenziosamente, mantenendo solidi i propri ideali e cercando di cambiare qualcosa dall’interno, è probabilmente quella che espone a maggiore pericolo, ma che dovrebbe offrire efficaci risultati.

Alice Libera Donno e Beatrice Manicone,
Liceo Grigoletti di Pordenone

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