Il Faccio di Vercelli ha scelto come libro per uno per venticinque Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis Sepúlveda con la seguente motivazione, ci scrive l’insegnante Carla Mandosso: “Dopo lunga discussione i ragazzi hanno scelto come loro titolo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sépulveda. Perché una fiaba proprio noi che abbiamo incontrato il vulcanico Davide Mattiello, sostenitore del “fare” e non certo delle belle favole? Perché la fiaba di Sépulveda è molto più vicina alla “Mossa del riccio” di quanto si possa credere: in modi assolutamente diversi, i due libri, infatti, parlano di solidarietà, di “stare vicini per darsi una mano” mantenendo, però, la propria identità: il gatto resta “gatto” e la gabbianella “gabbianella”. E l’uomo che in Sépulveda aiuta il gatto nel suo progetto e di conseguenza la gabbianella, e li sostiene in modo disinteressato, ma concreto, senza prevaricazioni né pretese di comando, è il “riccio” di cui parla Mattiello. Davide ha seminato e i ragazzi hanno capito, no?”
Davide Mattiello, lo scrittore che il Faccio ha adottato, ha scelto Imparare Democrazia di Gustavo Zagrebelsky. Perchè: “La sussistenza della Democrazia come forma di governo non è un fatto scontato, non dipende soltanto dal riprodursi di certe “liturgie”nella gestione del potere. Piuttosto la sussistenza della Democrazia dipende dal permanere all’interno della società di una certa tensione spirituale, animata dai valori ben rappresentati nella Costituzione repubblicana del 1948. Salvare la Democrazia significa soprattutto salvare la vitalità sociale di questa tensione spirituale e culturale. Il libro di Zagrebelsky pone in maniera ineludibile questo tema e per questo rende un servizio grande a quanto abbiamo di più caro: la libertà”.
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