L’essere umano ha per sua natura la capacità di perdere la memoria e quello che cerca di fare Svetlana Aleksievič è di non dimenticare e ricordare le vite toccate e ferite dalla storia. Premio Nobel per la letteratura nel 2015, la Aleksievič ha ricevuto il premio Credit Agricole Friuladria al teatro Verdi di Pordenone. La scrittrice, nata e vissuta in un paesino della campagna slava, fin da piccola era affascinata dai racconti dei grandi e dalle storie di tutte quelle donne dai vestiti colorati e dalla vita difficile che vedeva nei campi dell’Ucraina. Si definisce “una donna orecchio”, una donna che raccoglie le voci di tutte quelle persone e quei bambini resi grandi dal loro passato. “l’arte esiste nella vita di tutti i giorni”, afferma la Aleksievič, “il mio lavoro è quello di raccogliere queste bricioline e risistemarle per dare agli altri un diverso punto di vista sulla vita.”
Nei suoi libri spicca sicuramente una forte intimità della storia, ma allo stesso tempo è presente un lato conoscitivo di ogni persona. Uno dei problemi più gravi della nostra civiltà è che viviamo nella banalità e non abbiamo sempre intenzione di affrontare la vita vera; il compito della scrittrice e della letteratura in generale è quello di formulare nuove idee e prendere spunto da quelle già presenti. Per la Aleksievič, descrivere tutti gli orrori che ha visto, non è stato semplice, ma come lei ha detto “questo è il mio lavoro e lo devo fare nel miglior modo possibile.”
Beatrice Manicone e Elisabetta Mottola
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