Nella sala Internazionale del padiglione 1 lo scrittore cileno Pablo Simonetti presenta la sua nuova raccolta di racconti intitolata La ragione degli amanti. Si tratta di brevi storie che vedono come protagonisti giovani innamorati che si confrontano con il lato più sconvolgente dell’amore, persone che traballano ma non si arrendono e lottano per i loro sogni. Con una visione realistica e a tratti cruda della realtà l’autore ci porta in un mondo che a noi può apparire stilizzato. Contrapposta a questa scelta stilistica risalta una grande pietà umana per i protagonisti delle storie, da intendere come un coinvolgimento emotivo che mette in luce una profonda comunione di sentimenti e situazioni. L’autore nasce in una famiglia fortemente cattolica e tradizionalista, in cui non viene accettata la sua omosessualità, il che lo porta a “orientarsi verso soggetti vulnerabili in momenti di difficoltà”, lato che si riflette anche nelle sue opere e che porta a far emergere la vulnerabilità e la fragilità di ogni lettore. Pone un particolare accento positivo sull’importanza della profonda conoscenza di se stessi, non solo nelle sue sfaccettature luminose, ma anche in quelle più ombrose e fragili. La natura umana viene esaltata nella sua completezza. Con estrema sensibilità Simonetti racconta non storie, ma persone. Continua sostenendo che il suo essere autore lo ha portato in passato a scegliere di scendere in campo dal punto di vista sociale. Essendo una figura di spicco la sua voce aveva ed ha tutt’ora più peso, per questo, ci dice, si è sentito quasi in dovere di attivarsi per il bene dei suoi concittadini a partire dallo schieramento a favore della comunità LGBT in merito soprattutto a tutto ciò che riguarda i matrimoni omosessuali. E’ innegabile che Pablo Simonetti abbia condizionato e continui ad influire non soltanto la sua terra d’origine, ma qualsiasi luogo raggiunto dai suoi libri che portano una ventata di sensibilità e innovazione, trattando di temi comuni a tutti che almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato. Termina dicendo che “la vulnerabilità è un punto di accesso al mondo, un modo di guardare le cose. Per uno scrittore è la situazione in cui scrivere”.
Luca Pasin, Matilde Baiardi
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