Uscirà a maggio il libro che raccoglie una serie d’interventiper i dieci anni del concorso Lingua Madre.

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Condividere il mondo.

Condividerlo perché nessuno può dirsi padrone, neppure della propria patria; perché tutte e tutti abbiam

o bisogno d’essere riconosciute/i per esistere; perché siamo bisognose e bisognosi di amore; perché il mondo è globale, interconnesso e interdipendente. Stare insieme nel mondo. Questa la sfida del nostro presente. Esistono, certo, lingue nazionali e patrie ma esiste oggi, più di sempre, una lingua e una terra madre. Di tutte

e tutti. Accoglienza, interazione, scambio, narrazione, ascolto, condivisione sono solo alcuni dei nomi di questa lingua materna a cui corrispondono le innumerevoli pratiche che nei luoghi più disparati del nostro

pianeta cambiano la realtà e diventano da un lato catalizzatori in un percorso di personale individuazione creativa, dall’altro elementi determinanti di evoluzione collettiva. Ecco quindi un insieme di saggi delle docenti e studiose (italiane e straniere) del Gruppo di studio del Concorso “Lingua Madre”. Una raccolta per riflettere sul tema della migrazione, attraverso la lettura situata di tante voci di donne. Il pensare delle donne e il loro sentire differentemente abbraccia il mondo, l’alterità che ci abita si sta tramutando in un patrimonio umano universale. Questa è la storia vivente che le migrazioni pongono tutti i giorni sotto i nostri occhi ed è qualcosa di

unico e di nuovo. Quando nel 2013 l’allora Ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge partecipò alla premiazione del Concorso, esordì dicendo che avrebbe voluto eliminare la consonante g: avrebbe preferito, cioè, che il suo Ministero fosse dell’Interazione, sottolineando l’importanza della relazione e dello scambio, nel rispetto delle differenze. E della differenza.Lo stesso concetto è espresso efficacemente da Lydia Keklikian, una delle autrici del Concorso, nel suo racconto: «Le persone devono interagire come gli ingredienti del tabboulé. Non devono sciogliersi le une nelle altre, non devono perdere la propria entità culturale, ma devono mantenere i loro diversi sapori, colori e consistenza, fare in modo di comporre una realtà colorata, vivace e appetitosa, che stuzzica il desiderio di ognuno di conoscersi a vicenda». Al di là dell’occasione puramente celebrativa, questo è dunque il senso politico di tutto il lavoro svolto in dieci anni dal Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” e anche il senso di questo volume.

Interventi di: Giuseppina Corrias, Daniela Fargione, Lucia Ghebreghiorges, Paola Marchi, Valentina Porcellana, Betina Lilián Prenz, Migena Proi, Aida Ribero, Luisa Ricaldone.