Questa conferenza, tenuta oggi al Salone del Libro dal docente di storia dell’arte all’ Accademia Albertina Luca Beatrice, era incentrata sul numero 7, presente nelle principali date trattate da quest’ultimo che, a parer suo, identificano la nascita e lo sviluppo dell’arte contemporanea.
La prima di cui si è parlato è 1917, ritenuta la data di nascita dell’arte contemporanea; momento in cui per la prima volta si parla di “pittura” come linguaggio, principalmente attraverso l’impressionismo.
l’arte contemporanea vera e propria risale al 1960, periodo in cui vi è un allargamento dei confini dell’arte che non comprendeva più solo la pittura.
Protagonista di quest’anno e di questa “nascita” è Marcel Duchamp in particolare con il suo “Orinatoio”, dal quale non conterà più l’uso dei materiali e l’elaborazione di essi, propri della pittura e del disegno antecedente, ma prevarrà il contesto: qualunque cosa in una galleria sarà identificata per forza come un opera d’arte. Duchamp fu il primo a capire che per fare arte bisognava andare in America, nella fattispecie a New York, che diventa patria di molti altri artisti a lui successivi pur non sostituendosi ancora a Parigi. Questo suo lavoro divenne il punto di partenza di una riflessione che termina con la sua opera “Etant donnes”.
Altra data fondamentale nello sviluppo di tale concezione e periodo è il 1937, anno che ha dato vita ad una delle opere più significativa del novecento, la “Guernica” di Picasso, con la quale costui prende anche una posizione politica. Essa è un capolavoro in bianco e nero al quale l’autore ha tolto qualsiasi concessione al gusto che avrebbe potuto stonare rispetto al dramma che voleva trasmettere realmente, quello del cosiddetto “Massacro di Guernica” avvenuto in piena guerra di Spagna. Per buona parte degli anni’40 fare arte diventa sinonimo di “prendere una posizione”. Quest’opera, per certi versi, rappresenta addirittura un lascito ottocentesco.
Anno significativo per il consolidarsi dell’arte contemporanea fu il 1967, nel quale emersero l’Arte povera e Andy Warhol, il più grande artista della pop-art americana che rivoluzionò per sempre l’arte passando dal moderno al contemporaneo con la modifica della figura dell’artista visto non solo più come tale, ma anche come imprenditore. Si occupa infatti di cinema, teorizzando il cinema dell’invisibilità e di musica, promuovendo la band “Velvet Underground” e realizzando 50 copertine di dischi.
La diffusione di tale arte raggiunge l’apice nel 1997 con la mostra “Sensation” alla Royal Accademy di Londra con cui l’arte inglese inizia a far parlare di se, soprattutto tra i giovani e la pittura comincia ad essere anche “brutta”. “Sansation”non è un titolo a caso: le opere vogliono far parlare di se e avere un grande impatto. Comincia ad emergere sempre in questi anni anche l’arte femminile e si diffonde in maniera planetaria.
Giulia Ambrosini e Jacopo Bauzone
liceo Vittorio Alfieri
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