Sabato 21 settembre, presso il Capitol di Pordenone, si è tenuto l’incontro con Alberto Casadei e Domenico De Martino, intitolato “L’ha già detto Dante”.

Introducendo questo autore che non ha semplicemente scritto un classico ma che è ormai “globale”, entrambi gli studiosi hanno sottolineato quanto il poeta fiorentino sia attuale e vicino alla nostra sensibilità: Dante, infatti, presenta una grande forza: nel caso della Commedia, ad esempio, inserisce elementi in sospeso che vengono definiti solo in seguito, per aumentare la curiosità del lettore proprio come nei romanzi e nei film di oggi.
Convinto che “non dobbiamo portare Dante da noi ma siamo noi a dover andare da lui”, De Martino si focalizza sulla questione linguistica spiegando le differenze fra latino e volgare agli occhi di Dante: egli vede la prima come una lingua stabile e artificiale da usare solo per valori eterni, mentre il volgare è utilizzato per tutto ciò che è tanto attaccato alla realtà in quanto la natura umana è mutevole.
Soffermandosi sulle parole usate da Dante, gli ospiti della conferenza hanno sottolineato come lo stesso autore credesse necessario l’inserimento di ogni termine, indipendentemente dallo schema metrico della rima incatenata. Inoltre, secondo gli studiosi, arricchire una lingua significa attribuire un significato parallelo alle parole che prima non era loro associato e, al tempo stesso, creare neologismi.
De Martino e Casadei hanno analizzato alcuni esempi di modi di dire introdotti da Dante i cui significati sono stati modificati, per citarne alcuni: “ne hai ben donde” e “ha perso il ben dell’intelletto”. Nel primo caso, l’ultima parola, originariamente “onde”, è variata da Leopardi nella canzone “All’Italia” ed è un esempio di come un termine dantesco abbia subito la sedimentazione della cultura successiva. Il secondo caso, invece, presenta un vero e proprio cambiamento di significato: chi perde il bene dell’intelletto oggi è considerato un pazzo mentre Dante voleva indicare i peccatori, coloro che hanno perso Dio.

In conclusione, entrambi hanno sottolineato quanto Dante riesca a far ragionare grazie all’analisi delle sue opere, rimanendo ben vivo nella mente delle persone.

Alice Donno e Alice Astegiano

Liceo Grigoletti di Pordenone e Liceo Alfieri di Torino