Un paio di battute provocatorie tra fratelli, una risata e qualche sorriso tra il pubblico. Così è cominciata nel pomeriggio una piacevole conferenza all’insegna del passato, incentrata sulla scìa di ricordi che l’infanzia porta con sè, che ha visto come protagonisti Gianrico e Francesco Carofiglio. Il primo un magistrato, il secondo un architetto. Entrambi intellettuali. Stesso sangue, eppure, con delle personalità differenti. Opposte, come loro stessi fanno intendere. “Viviamo vite diverse e mondi paralleli” hanno esordito. Hanno lavorato uno a fianco all’altro per creare un libro che racchiudesse il periodo più spensierato della loro vita: le estati passate nella casa nel bosco. Ed ora proprio quella casa deve essere venduta per sempre.
A partire dal rituale dei preparativi, il viaggio interminabile, l’ansia di arrivare, la felicità immensa, una volta giunti a destinazione, nell’aprire quella porta che rappresentava il passaggio verso un’altra dimensione, una realtà magica che desideravano con impazienza ogni anno, aspettando l’arrivo dell’estate. Da sempre in contraddizione tra loro, i Carofiglio hanno affermato di aver finalmente trovato una voce mediatrice, il cosiddetto “narratore collettivo”, un punto di incontro su eventuali tagli e revisione dei fatti .
Nel libro non si distinguono romanzo e realtà: è un miscuglio di generi che unisce i ricordi del quotidiano alla “scoperta di mondi”, come loro l’hanno definita, la quale viene investita da una cifra comica dovuta alla vivace personalità dei giovani protagonisti a quel tempo e al loro diverso modo di vivere gli avvenimenti. Ed è proprio questo aspetto che viene utilizzato come tema narrativo. “Ogni rifermento a gusti e odori in questo bosco aiuta un più facile “accesso alla memoria” spiegano “per questo motivo abbiamo pensato di inserire delle ricette come parte integrante della narrazione”.
Nati e cresciuti tra i libri, hanno potuto addentrarsi, fin da piccolissimi, nel misterioso e affascinante mondo della lettura, concependola comunque in modo del tutto differente. Così come ora concepiscono quel periodo sereno della loro infanzia. Gianrico vede un “collegamento fulmineo” tra l’adulto che è adesso e il bambino di allora. Per Francesco, invece, il passato è ancora recente, in quanto non crede ci sia un distacco tra infanzia e maturità e poichè essa è un qualcosa che ci portiamo dentro per tutta la vita.
Federica Rolfo
Liceo V. Alfieri
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