È il 1999 quando esce Lucky, il mémoire della scrittrice americana Alice Sebold. Porta alla luce nella sua autenticità la storia autobiografica dell’autrice. Racconta i fatti dell’aggressione, dello stupro, del processo e infine della violenza simbolica (a volte involontaria) dopo il trauma. Il suo scopo è quello di sottolineare, attraverso un racconto personale, ma di un’incredibile lucidità, l’importanza della parola, come filo di Arianna per uscire dal labirinto.
Secondo l’autrice sono tre le “fortune” che pensa di aver avuto: l’essere una donna bianca aggredita da un uomo nero (fondamentale all’epoca), la sua verginità e i castigati vestiti indossati quella sera, che agli occhi della società testimoniavano la sua innocenza. “Don’t play the blind game”: su questa frase ci lascia l’autrice, incitando ad aprire gli occhi di fronte alle orribili verità.
Carolina Fanzago, Vesna Frangipane e Aminata Sow
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