“Perché l’hai chiamato ‘Bar Lento’?”.
Così ci siamo rivolte a Valentina la prima volta che l’abbiamo vista.
Valentina, sorridendo, ci ha risposto che quello che più desiderava era poter creare un luogo in cui la gente arrivasse e si concedesse un attimo di sollievo, di riposo e distaccamento totale dalla quotidianità.
In effetti, pensandoci bene, entrare al Bar Lento è un po’ come ritrovarsi in un mondo a parte, dove l’aria profuma di Chai, l’atmosfera è intima e accogliente e il tutto si conforma armoniosamente in un luogo creativo e stravagante.
“Lento” perché è bello vedere persone che vanno lente, che non hanno fretta.
Persone che, non essendo trasportate via dalla rigida corrente giornaliera, colma di affanni e problemi, talvolta, sono anche più cortesi.
È un ambiente per chiunque, grandi e piccoli, studenti e non, per chi ha voglia di una cioccolata calda e per chi, invece, di un piatto “healthy and vegan”.
Un ambiente diverso e volutamente particolare, che porta alla riscoperta del “bar letterario”, una tipologia di luogo d’incontro che oggigiorno non si riscontra ovunque.
Qui, abbiamo nuovamente fatto esperienza di ciò che significa “lavorare”, essendoci già cimentate in passato nel mondo lavorativo. Per noi non è stato certamente qualcosa di nuovo o di sconosciuto, sappiamo bene cosa voglia dire avere responsabilità, rispetto e attenzione verso un impegno di questo genere, che richiede una grande dedizione. Sappiamo cosa vuol dire rispettare gli orari, le regole e le norme imposte dal titolare di lavoro e dall’ambiente interessato. Questa non è stata altro se non un’ulteriore occasione per perfezionarci, per educarci e per crescere, all’insegna di un futuro che speriamo possa essere proficuo ed esauriente.
Ci siamo occupate di mille e piccole cose, che hanno comunque richiesto una grande dedizione, che si trattasse di portare casse piene di bibite o di fare accoglienza e rendere piacevole la permanenza dei clienti.
Abbiamo anche portato tante risate, e probabilmente, agli occhi degli ospiti, così come a quelli della nostra cara Valentina, siamo apparse come dei cuccioli inesperti. Tra il latte di mandorla che non bolliva, la paura di cadere per le scale col vassoio in mano, qualche bicchiere rotto e bomboloni caduti a terra, siamo riuscite a farci anche valere.
Il traguardo più grande che abbiamo raggiunto è stato rimanere col sorriso, anche quando il turno lavorativo iniziava a essere stancante e le mani screpolate per le tante lavastoviglie fatte.
Rimanere col sorriso ed essere cortesi e disponibili, questo è per noi il traguardo di qualsiasi lavoro, perché in ogni campo è richiesto impegno e a fine giornata si arriva affaticati. Si può lavorare di più, si può lavorare di meno, si può essere più o meno spossati, ma certamente affrontare tutto con voglia e interesse predispone le basi per una soddisfazione personale.
“Mi piace tanto qui, mamma”, ha detto un bambino alla madre che gli sistemava i capelli, accompagnandoli dietro le orecchie.
La madre, incuriosita, ha domandato al figlio quale fosse il motivo di un tale entusiasmo.
“È colorato e mi sembra di essere nel castello di un re, anche lui tutto colorato.”, poi, prendendo di svelta un biscotto al cioccolato, è corso via, doveva andare a scuola.
Abbiamo riflettuto su ciò che ha detto il bambino, su come il bar è apparso ai suoi occhi.
Abbiamo realizzato che questo posto è ancor più speciale di quanto può realmente sembrare, soprattutto se rimane impresso nella mente di un bambino, che di posti colorati ne vede tanti, quando viaggia con la fantasia.
Possiamo solo concludere dicendo che per noi questa è stata un’avventura colorata.
Speriamo che possa esserlo anche per chi varcherà l’ingresso del Bar Lento in futuro, e soprattutto auguriamo a Valentina e alle sue ragazze di continuare a vivere intensamente il mondo colorato che ogni giorno mandano avanti.
Lara Bilancioni e Federica Bianchi
IV B Liceo Classico Giulio Cesare, Rimini
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