“Le invenzioni nascono osservando attorno e facendosi domande”, così Christian Hill, Davide Morosinotto e Massimo Polidoro ci hanno raccontato di Leonardo, uomo curioso dacui vengono molte delle invenzioni moderne come il paracadute, il cavatappi e persino l’automobile. Era figlio illegittimo di un notaio e non potendo andare a scuola, prendeva lezioni private a casa. Essendo molto curioso Leonardo faceva tante domande al suo maestro che però non sempre aveva delle risposte e quindi lui studiò da solo per arrivarci, successivamente andò nella bottega del Verrocchio, pittore fiorentino, dove poteva esprimere al meglio le sue grandi doti artistiche. Era un genio, cercava sempre un metodo per rendere le cose più semplici: per esempio, aveva imparato a scrivere al contrario per non sporcarsi la mano essendo mancino. Anche se non sempre andavano a buon fine lui ci provava e riprovava perchè convinto delle proprie invenzioni. Durante l’incontro Leonardo viene paragonato alle persone anziane che passano il tempo guardando i cantieri in costruzione, anche se in realtà c’è una differenza molto evidente. Il nostro tuttofare, infatti, faceva domande per chiarire eventuali dubbi e perplessità, e in base alle risposte che riceveva inventava nuovi macchinari per ridurre la fatica e il numero degli operai impiegati, o scriveva pagine di appunti su ciò che lo interessava. Non è stato mai compreso dai suoi contemporanei solo perché era troppo avanti sui tempi: il suo aereo, infatti, con un motore avrebbe volato; invece i suoi proiettili con forma aerodinamica erano molto più funzionali, ma costavano troppo e non furono mai realizzati. Alcuni poi pensavano che, studiando o progettando nuovi oggetti, sprecasse il tempo che poteva dedicare alla pittura, uno dei campi in cui eccelleva. Ricavò 50 ducati dlla vendita di un quadro, ma ne spese più di cento per un libro su cui compì degli studi. Alla sua morte il 5 Maggio 1519 lasciò ai suoi assistenti migliaia di pagine di scritti con studi, appunti e domande, come per esempio: “Si può trasformare un triangolo in un quadrato?”

Gabriele Dormelandi e Sara Comune tutor,
Redazione Fuorilegge