Al Salone del Libro 2016 si è tenuta la conferenza sull’opera di Claudio Magris “non luogo a procedere” . Questo libro, appassionato e allo stesso tempo violento, tratta l’ossessione per la guerra di un uomo che per anni colleziona armi e cimeli di guerra, e che seguendo il suo sogno di aprire un museo, non vuole assolutamente elogiarla , ma al contrario crede che chiudendola  in un luogo simile si possa riportare la pace. La storia si ispira a quella di un uomo realmente esistito, del quale non sappiamo il nome perché Magris, soprattutto per una questione di privacy, ha preferito scegliere di chiamarlo “Lui”. I nomi sono come  un’ossessione sia per l’autore sia per il protagonista che spende la vita a dare nomi ai volti delle vicende cancellate dalla storia.

Il coordinatore dell’incontro Ermanno Paccagnini chiede in tono d’ammirazione  -Ma tu, ti sei reso conto di che libro hai scritto?-. Magris, infatti, ha scritto un libro senza precedenti sia per quanto riguarda la struttura sia per quanto riguarda la varietà di toni e cadenze. I temi ricorrenti sono: il fuoco, simbolo di distruzione e allo stesso tempo di vita; la guerra, rossa come il sangue; la morte, personificata dall’autore; il male, banale fascinazione. Crudi all’apparenza, ma dal significato profondo.

L’obbiettivo di Claudio Magris è la ricerca del niente che si è cercato di cancellare, una ricerca infinita per ricordare l’oblio dell’oblio .

 

Costanza Maria Piglione, Alessandro Romano,  liceo Alfieri